L’assenteista dell’Arpav rischia il licenziamento
Assenteista all’Arpav, già trasferito agli uffici di Mestre il dipendente di San Donà scoperto dalla guardia di finanza con 90 ore di assenze ingiustificate. L.D., 57enne di San Donà, adesso rischia come primo passo un procedimento amministrativo interno all’ente con la successiva sospensione dal lavoro. Non solo. Le direttive del governo Renzi contro furbetti e dipendenti pubblici infedeli sono severe e prevedono il licenziamento in tronco.
Infine lo stesso ente coinvolto, l’Arpav appunto, ha la possibilità, in attesa dell’esito del processo nei confronti dell’assenteista, di chiedere il danno erariale, per le ore in cui non ha lavorato e per le quali percepiva comunque il suo stipendio, e il danno all’immagine che è stato procurato con il suo comportamento assolutamente da censurare.
Intanto, a San Donà sono in molti a chiedersi chi possa essere, dopo le foto fornite dalla Finanza di spalle in sella alla sua bicicletta intento a fare la spesa in orario di lavoro. Oppure accanto alla sua auto di servizio. Gli investigatori e militari della compagnia al comando del capitano Pietro Iero hanno avuto cura di celare in questa fase l’identità del dipendente, che comunque era conosciuto in città. Episodi che hanno scandalizzato l’opinione pubblica.
Nel 2015, le fiamme gialle hanno avviato pedinamenti e videoriprese, accertando 53 episodi di assenteismo. Lo hanno seguito al supermercato, oppure scoperto a casa o in bici sulle strade della città, quando doveva essere al lavoro. In 24 casi accertati dai finanzieri aveva fruito dei mezzi di servizio dell’Arpav, sempre per scopi e finalità esclusivamente personali. Sono dunque scattate le perquisizioni agli uffici Arpav di Mestre e San Donà, poi nel suo domicilio. Hanno analizzato anche il suo badge elettronico, il computer. Hanno sentito i superiori e i colleghi che sono risultati del tutto ignari di queste sue abitudini. E hanno raccolto i dati emersi dai tabulati telefonici dell’indagato e quelli della sua attività lavorativa, a rinforzare il quadro probatorio già consistente.
L’Arpav ha collaborato con le fiamme gialle e comunicato alla Procura di Venezia le 90 ore di assenze ingiustificate dal lavoro. E per il momento è stati disposto il trasferimento agli uffici di Mestre in attesa di misure più severe a meno che il dipendente non riesca, con i suoi legali, a difendersi dalle pesanti accuse.
Giovanni Cagnassi
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