L’assalto dei ciclisti a San Marco bici parcheggiate al Caffè Florian
Biciclette “parcheggiate” a una sedia del Caffè Florian mentre i legittimi proprietari consumano tranquillamente seduti al bar della Piazza. Arrivati serenamente a due ruote a San Marco come fosse il traguardo di una tappa al Giro d’Italia o una gita in campagna. Urgesi rastrelliera...
E altri turisti di passo buttati sui masegni del molo marciano per una “pennichella” pomeridiana. Il tutto, nell’assoluta indifferenza dei vigili urbani, quando ci sono. È Venezia, in questi primi giorni di primavera. E sarà così, c’è da scommetterci, anche per tutta l’estate.
Abbandonata a se stessa, come quella giovane turista dormiente in riva degli Schiavoni. Perché, al di là di pronunciamenti, solenni impegni, battaglie annunciate al degrado, si succedono negli anni le giunte e i sindaci di ogni colore e ogni orientamento, ma la situazione del turismo in città resta sempre la stessa. Anzi, peggiora. Si moltiplicano i blitz nei confronti dei venditori immigrati abusivi e si fa il conteggio periodico del “bottino di guerra” della merce sequestrata.
Ma il vero problema della città - cioè il controllo dei flussi del turismo, il miglioramento della sua qualità, misure concrete di intervento per limitarlo e orientarlo - restano purtroppo solo argomenti per i dibattiti pubblici, come quello animato e partecipato di pochi giorni fa. E le misure che l’amministrazione studia - come la corsia prioritaria per l’accesso ai pontili Actv per i veneziani, appena annunciata - sembrano più un tentativo di tutela per quella “specie protetta” che è ormai diventato il veneziano stanziale, una sorta di Panda lagunare in via di estinzione, che invece l’inverso: la messa a sistema dell’invasione turistica a vantaggio della città e dei suoi cittadini.
Eppure qualcosa si potrebbe cominciare a fare, come spiega anche il professor Jan Van Der Borg, docente di Economia del Turismo all’Università di Ca’ Foscari, che da anni studia il problema dei flussi turistici nell’area del Nordest e in particolare a Venezia. «I diversi progetti di controllo o limitazione dei flussi che sono stati presentati anche pochi giorni fa in Sala San Leonardo - spiega Van Der Borg - vanno nella direzione giusta.
Pur con i loro limiti, individuano una strada che l’amministrazione comunale, con un po’ di coraggio, potrebbe iniziare a percorrere. Non ci si può limitare ad aspettare e a guardare i turisti che arrivano, perché ne arriveranno sempre di più. Questo è certo. Le previsioni a livello mondiale parlano di un aumento medio dei flussi turistici del 6 per cento l’anno. Non è un dato che si possa automaticamente tradurre su Venezia, la percentuale potrebbe essere più alta o più bassa di qualche punto, ma aumenterà comunque ogni anno. E allora la prima domanda da farsi, come ricordava pochi giorni fa anche il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, è chiedersi cosa vogliamo che Venezia diventi da qui a qualche decennio, avere un’idea chiara di città e cominciare a orientare il governo di essa in quella direzione. Ma non si fa nulla, questa nuova Amministrazione, ormai in carica da un anno, non ha fatto assolutamente nulla in questa direzione. Bisogna iniziare a guardare alla residenza anche con occhi diversi».
Van Der Borg fa un esempio concreto: quello di Air B&B, la community che favorisce l’affitto di appartamenti ai turisti e che il docente sta “mappando” a Venezia. «Io non la demonizzo - spiega - e la vedo anzi come un vantaggio per i residenti, perché “spalma” almeno in parte anche su di loro i vantaggi economici del turismo, aiutandoli a restare in questa città. Dai dati che sto rilevando, i sestieri dove è più presente il fenomeno sono quelli di Castello e Cannaregio, dove è ancora sensibile la presenza dei veneziani».
Enrico Tantucci
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