L’Asd non torna indietro migranti fuori dal campo
CONA. «Ho sentito anche il presidente, che si è consultato con la Federazione: non intendiamo rilasciare alcuna dichiarazione». Nicola Botton, ex presidente, consigliere dell’Asd Pegolotte e consigliere comunale a Cona, è rimasto sorpreso dall’eco avuta dalla notizia dell’esclusione dei migranti di Conetta dagli impianti sportivi della sua società, su richiesta dei genitori del settore giovanile, preoccupati da un presunto rischio igienico sanitario. Tanto da mettere i puntini sulle “i” e fare pressione sulla società. In teoria l’esclusione riguarda solo quelli che non abbiano compiuto tutti i controlli e le vaccinazioni previste, in pratica tutti i profughi sono indesiderati. Aspettiamo che si calmino le acque, hanno pensato, in questo contesto Botton e i suoi colleghi. E così hanno rifiutato anche un'intervista proposta loro da una tv locale e non rilasciano dichiarazioni ufficiali.
Ma Botton qualche particolare lo racconta lo stesso. «Stamattina (ieri, ndr) un genitore mi ha accusato di aver scaricato su di loro tutta la colpa. Poi si è ricreduto e si è scusato. Qualche altro, dopo aver letto gli articoli si è detto dispiaciuto, ma ha anche aggiunto “comunque adesso ci sentiamo più sicuri”». Insomma, di tornare sulla decisione di escludere i migranti dal campo di calcio, per ora, non se ne parla. Anche se, qualche spiraglio potrebbe aprirsi in futuro. «Ho fatto tutto il possibile per informare i miei concittadini sulla situazione sanitaria nella base di Conetta», dice il sindaco Alberto Panfilio, «i medici dell’Ulss hanno fornito ampie assicurazioni ma non hanno neppure nascosto le criticità. Nonostante le rassicurazioni mi pare che stia prevalendo la paura, che mi pare eccessiva. Sono pronto, se me lo chiederanno, a riprendere contatti con l’Usl e organizzare nuove occasioni di incontro e informazione, per dare maggiore tranquillità possibile alla popolazione. Ma dico anche che la politica, oggi più che mai, deve fare la sua parte: una diminuzione significativa del numero delle persone ospitate a Conetta sarebbe molto più tranquillizzante di tanti discorsi». Anche Simone Borile, della coop Edeco, direttore tecnico della base, si dice dispiaciuto: «I sanitari hanno spiegato bene che non ci sono pericoli di epidemie. Ma se i cittadini hanno paura non posso farci nulla. Sulla creazione della squadra di calcio del Campo Cona e sul tesseramento al Pegolotte di altri sei ragazzi, abbiamo speso tempo e denaro». Prosegue: «La parte burocratica non è stata semplice ma in questo progetto di integrazione ci credevamo e stava funzionando. Continueremo a sostenerlo, comunque: i ragazzi continueranno a giocare, anche se non a Pegolotte».
Della stessa idea è anche Gino Mez, il promotore-allenatore della squadra Campo Cona. «Non tutti i ragazzi hanno capito quello che è accaduto. Ma i due, sui sei iniziali (tre sono stati trasferiti altrove e uno è infortunato, ndr) che ancora militano nel Pegolotte, lo sanno bene. Quando gliel’ho detto si sono intristiti molto. Ma, purtroppo o per fortuna, sono abituati a subire grandi e piccole ingiustizie e sanno che devono continuare nella loro strada. Questo è quello che faranno, a dispetto di tutte le difficoltà e io sarò con loro».
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