L’architetto Fabris stroncato dalla malattia

Ex campione di pattinaggio e tra i fondatori del Movimento per il Lido. Sabato alle 11 il funerale

LIDO. All'età di 71 anni e dopo una lunga malattia è morto l'altro ieri l'architetto Cristiano Fabris, uno dei professionisti di settore più apprezzati della città. Aveva dedicato tutta la sua vita all'architettura e alla progettazione, ma anche lo sport lo aveva visto a lungo protagonista, specie nel mondo del pattinaggio su rotelle. Era stato infatti campione italiano in gioventù, e negli anni 2000 aveva presieduto il Venezia Roller Club, società con sede nello storico pattinodromo delle Quattro Fontane di Città Giardino. Abitava poco distante, in via Francesco Morosini, dove ha ideato molti dei suoi lavori più importanti.

Nel 2008 aveva presentato all'Hotel Hungaria anche il suo progetto per la copertura del Pattinodromo nella speranza di aumentarne le potenzialità, ma non venne mai recepito dal Comune. Mentre nel 2014 era stato tra i fondatori e primo presidente del Movimento per il Lido, nato prima dell'ultima tornata elettorale per Ca’ Farsetti. L'architetto Fabris era una persona molto pacata, sorridente e professionale, che ha voluto lasciare il segno anche dopo la sua morte e con la classe che lo ha sempre contraddistinto.

Sabato alle 11, nella chiesa di San Zulian a Venezia, saranno celebrati i funerali, ma il parroco don Massimiliano D'Antiga al termine della sua omelia avrà il compito di leggere una lettera di commiato, scritta di suo pugno proprio dall'architetto Fabris. Una lettera definita «serena e briosa» dallo stesso sacerdote, un modo originale e speciale per salutare parenti, amici e colleghi di una vita.

Il segretario di Confartigianato Venezia, Gianni De Checchi, lo ha voluto ricordare così: «La morte di Cristiano Fabris è una grande perdita per la città e per me dal momento che era un caro amico. Un talentuoso progettista e una persona di grande spessore umano, che affrontava la vita e viveva la sua professione con grande entusiasmo e capacità non comuni. Come quelle dimostrate per i lavori di ristrutturazione della nostra sede di San Lio, durante i quali ho potuto coltivare la mia amicizia con lui e scoprire il suo valore di progettista, capace di elaborare un recupero degli spazi ad altissimo livello che, ancora oggi, dopo oltre trent'anni dalla sua realizzazione resta innovativo, moderno e funzionale. Con la sua scomparsa Venezia ha perso un altro dei suoi talentuosi protagonisti». (s.b.)

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