L’appello: «Fate luce sul suicidio di Simone»
Jesolo. Era ospite di una comunità. La segnalazione alla commissione dei diritti umani del Senato

Il Presidente della Commissione per i Diritti Umani Luigi Manconi ed il Ministro degli Esteri Emma Bonino durante l'audizione alla Commissione per i Diritti Umani presso la IV Commissione a Roma, 24 Luglio 2013. ANSA/SAMANTHA ZUCCHI
JESOLO. «Fate luce sul suicidio di Simone». Il Forum veneto per la Salute Mentale e le associazioni Cittadinanza e Salute e Unasam hanno inviato una segnalazione alla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, presieduta dal senatore Luigi Manconi, con la richiesta di far luce sul suicidio di un 31enne di Jesolo. Simone, questo il suo nome di battesimo reso noto dalle associazioni, è stato ospite dall’ottobre del 2015 (eccetto che per brevi periodi di ricovero a San Donà) della Comunità alloggio Vallonara, gestita dalla cooperativa “Un segno di pace”, a Marostica, nel vicentino.
«Siamo addoloratissimi per l’esito drammatico di una vicenda che, come organizzazioni, abbiamo seguito nell’ultimo anno a seguito delle ripetute richieste di aiuto che Simone ci ha rivolto. I nostri interventi non sono valsi a generare strategie alternative di cura, che pure Simone aveva ripetutamente sollecitato», spiegano Anna Poma (Forum per la salute mentale), Gisella Trincas (Unasam), Gianfranco Rizzetto (StopOpg), Franco Nube, Leda Cossu ed Edoardo Berton di Cittadinanza e Salute.
Le associazioni allargano l’orizzonte a quella che è la situazione dei servizi psichiatrici in Veneto. «Non è purtroppo la prima volta», spiegano le associazioni, «che ci troviamo a segnalare che nella nostra Regione troppi servizi psichiatrici non sono in grado di scongiurare interventi psichiatrici che falliscono gli obiettivi che si propongono, per il prevalere di un malinteso dovere di custodia che spesso pregiudica del tutto la possibilità di costruire percorsi terapeutici virtuosi costruiti insieme alla persona e volti a salvaguardarne dignità e diritti, condizioni imprescindibili per la salute mentale di ciascuno. È noto infatti che il ricorso a pratiche di custodia in molti luoghi della psichiatria del nostro territorio compromette l’incolumità psicofisica e talvolta la vita di persone che rivolgono ai Servizi di salute mentale la domanda e il proprio diritto alla cura».
Le associazioni, firmatarie della segnalazione sul caso di Simone, concludono con un appello. «Chiediamo con forza che il lavoro dei Dipartimenti di salute mentale e delle attività che si svolgono nelle strutture residenziali (comunità terapeutiche, appartamenti protetti) gestiti dal privato sociale, nonché quanto accade nelle numerose cliniche private convenzionate siano monitorati attraverso un’azione sistematica di osservazione e iniziative di formazione».
Giovanni Monforte
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