L’anziano morto per asfissia si è suicidato con i sacchetti

Non sarebbe stata rilevata alcuna lesione provocata da terzi. Questa la prima conclusione alla quale sarebbero giunti i medici legali Silvano Zancaner e Mirella Libero, che nel pomeriggio di ieri hanno eseguito l’autopsia sul corpo dell’81enne Bruno Zennaro, trovato morto dalla moglie nel suo letto, in Fondamenta Quintavalle a Castello. A causare il decesso sarebbero stati quei due sacchetti che il pensionato si sarebbe infilato in testa e avrebbe chiuso alla base del collo: con pochi respiri avrebbe consumato l’ossigeno contenuto e sarebbe morto per asfissia. Le lesioni provocate dalla mazzetta non hanno causato fratture e neppure un grave trauma cranico per due motivi: non sarebbero stati sferrati con la forza necessaria prima di tutto, inoltre lo stesso Zennaro, presumibilmente, aveva foderato la mazzetta con cui si è colpito con alcuni strati di carta da cucina.
Stando ad una prima ricostruzione, dopo i primi esiti dell’esame autoptico, Zennaro si sarebbe stretto una stringa per le scarpe al collo con la quale ha tenuto bloccati i due sacchetti di plastica, quelli normalmente utilizzati per portare a casa le spese. Quindi, si sarebbe colpito con la mazzetta che aveva preparato accanto a sè. È probabile che avesse deciso di colpirsi in modo da tramortirsi, in modo da non poter tornare sui suoi passi e strapparsi stringa e sacchetti per respirare nuovamente. Cercare l’aria per respirare è un riflesso condizionato e Zennaro, che non è escluso ci avesse già provato, lo sapeva, così si è dato quei due colpi in testa, con la mazzetta foderata di carta, forse per svenire e impedirsi di liberare la testa. Prima di tutto questo ha scritto il biglietto indirizzato alla moglie con il quale si è scusato con lei per quel gesto estremo.
Già prima di avere le prime conclusioni dell’autopsia, il pubblico ministero Francesca Crupi e gli investigatori della Squadra mobile hanno interrogato parenti, soprattutto la moglie, e gli amici, chiedendo in particolare se e quali problemi l’anziano pensionato avesse, problemi tali da spingerlo al suicidio. Sarebbe emerso innanzitutto che aveva dovuto smettere di dare una mano al genero, muratore come lo era stato lui, nel lavoro: qualcosa, nonostante l’età, ancora faceva ma un’operazione chirurgica al ginocchio gli aveva impedito di proseguire. Inoltre, negli ultimi mesi, aveva lasciato dei debiti in giro, probabilmente perché si era appassionato alle slot machine e giocava. Nessuno, la mattina di sabato, si è accorto di quello che stava architettando: la moglie, che si era alzata prima di lui, era in cucina e non ha sentito alcun rumore particolare. Zennaro deve essere stato molto attento per non trovarsi la moglie in camera: se fosse accaduto sarebbe sicuramente intervenuta per strappargli i sacchetti.
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