«L’antisemitismo va combattuto in questo campo tornino i bimbi»

Il presidente della Regione Luca Zaia ha sottolineato la necessità di lottare contro l’odio razziale Gnignati (Comunità ebraica): «Voglio evidenziare l’importanza della scelta e della coscienza civile»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 27.01.2015.- Giorno della memoria. Ghetto. Luca Zaia, Clodovaldo Ruffato, Rabbino Capo Rav Scialom Bahbout, Pres. com ebraica Venezia Paolo Ghignati.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 27.01.2015.- Giorno della memoria. Ghetto. Luca Zaia, Clodovaldo Ruffato, Rabbino Capo Rav Scialom Bahbout, Pres. com ebraica Venezia Paolo Ghignati.

«Dopo un anno difficile per le comunità ebraiche di tutto il mondo, con i 4 morti al museo ebraico di Bruxelles, i 4, di cui tre bambini, alla scuola di Tolosa e gli ultimi fatti di Parigi, bisogna tenere alta la guardia», perché «l’antisemitismo e l’odio razziale non sono cose d’altri tempi, non sono scomparsi e li dobbiamo combattere».

Lo ha ricordato con forza ieri in Campo del Ghetto a Venezia, per le celebrazioni del Giorno della Memoria, il presidente della Regione, Luca Zaia, secondo cui quella di ieri «non è l’occasione della polemica», ma un giorno «in cui guardare al passato e anche al futuro». «Dobbiamo fare in modo che in questo campo vengano le scolaresche, perché se fosse piena di ragazzini sarebbe un segnale per la pace», ha aggiunto. «L’integrazione - ha aggiunto più in generale Zaia - è fatta di diritti e doveri, la civile convivenza non può prescindere da questo; le persone non si dividono a seconda del credo religioso o del colore della pelle: le tensioni vanno risolte riportando nell’alveo della civile convivenza». Il presidente del Veneto, poi, ha ricordato che l’anno prossimo «il ghetto di Venezia compie 500 anni» e ha auspicato che l’occasione sia un stimolo per un nuovo rapporto. «Ringrazio la Regione - ha sottolineato il presidente della Comunità Ebraica di Venezia Paolo Gnignati - per l'ennesima testimonianza di vicinanza. Ma voglio sottolineare che, nella Giornata della Memoria, si porta certo la vicinanza agli Ebrei, ma soprattutto al ragionare civile. Gli Ebrei sono stati infatti oggetto delle persecuzioni, ma non lo sono di questa giornata, che intende invece sottolineare l'importanza della scelta, della coscienza civile e della capacità di non appiattirsi, anche nei peggiori momenti». Gnignati ha introdotto il proprio discorso in occasione della visita al Ghetto di Venezia dei presidenti di Giunta e Consiglio regionale, accompagnati da alcuni consiglieri ed assessori, nella giornata della memoria.

La celebrazione si è svolta in campo del Ghetto Nuovo, di fronte al monumento alla Shoah di Arbit Blatas, davanti al quale è stata deposta una corona della Regione, prima dell'accensione di quattro candele e della recita della canzone dell El maale rahamin (che i deportati intonavano quando venivano tradotti alle camere a gas) e del Kaddish (la preghiera in ricordo dei defunti) da parte del rabbino capo, Scialom Bahbout. Gnignati ha quindi ricordato le figure del professor Giuseppe Jona e di Gino Luzzatto, già presidente della Fondazione Querini Stampalia. «Gli Ebrei - ha sottolineato - continuano ad essere perseguitati, ma non hanno bisogno di essere compianti, bensì vogliono credere che sia possibile un cambiamento e una convivenza civile sulla base dei valori del dialogo».

Per il presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato è «scioccante il sondaggio secondo cui l'81% dei tedeschi vuole dimenticare la Shoah e il 58% non ne vuole più sentire parlare».(e.t.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia