Lancio tragico, è morto il paracadutista

Mauro Peressoni deceduto all’ospedale di Mestre. La Procura ha disposto l’autopsia. Gli amici: «Voleva fare una virata»
Di Rosario Padovano
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S.STINO - MAURO PERESSONI INFORTUNATO AL CAMPO DI VOLO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S.STINO - MAURO PERESSONI INFORTUNATO AL CAMPO DI VOLO

SAN STINO. Addio “Perez”. Non ce l'ha fatta Mauro Peressoni, 50 anni, celibe, residente a Vicenza. Gestiva una profumeria rinomata di corso Andrea Palladio, nel cuore del capoluogo berico. Ricoverato all'Angelo di Mestre dopo un lancio domenica con il paracadute alla scuola di paracadutismo privata Skydive Venice, con sede a Sette Sorelle, è spirato durante l'intervento chirurgico cui è stato sottoposto appena varcato l'ingresso del nosocomio.

La notizia della morte di Peressoni ha raggiunto i responsabili della struttura di San Stino già la tarda serata di domenica. Alcuni dei suoi amici invece, subito dopo l'incidente, avevano voluto raggiungere il nosocomio mestrino per stare al suo capezzale.

E qui sono stati avvertiti dai medici dell'avvenuto decesso del loro amico. Sono state troppo gravi, purtroppo, le ferite rimediate dal negoziante con la passione del paracadutismo. Virando male, in fase di atterraggio, era stato catapultato a 15 metri di distanza dal laghetto: nella caduta aveva rimediato la frattura delle gambe e un trauma cranico molto grave. La Procura di Pordenone ha aperto un'inchiesta contro ignoti, ma procederà quasi certamente verso l'archiviazione. Intanto ieri la Procura ha deciso di affidare all’anatomopatologo Antonelli Cirnelli l’autopsia sul corpo dello sfortunato appassionato di paracadutismo.

Peressoni era un veterano. Secondo le testimonianze fornite anche ai carabinieri della stazione di San Stino, giunti sul posto per avviare l'inchiesta sull'incidente, il cinquantenne infatti era consapevole di eseguire una manovra molto rischiosa. Lo spiega uno dei responsabili dello Skydive di Sette Sorelle, Filippo Bellingardo, originario di Piave di Sacco ma residente da tempo a San Stino. «Abbiamo distinto chiaramente, assistendo al lancio, che lui voleva fare una virata di 360 gradi, a poche decine di metri dal suolo, almeno 30», ha spiegato Bellingardo, «per eseguire questa manovra occorre essere perfetti. Una virata simile si può fare in sicurezza totale ad almeno 50 metri da terra. Perché ha fatto quel tentativo? Non so come spiegare, è il brivido».

Ieri alla Skydive c'era molta tristezza. Quello che ha ucciso Mauro Peressoni, conosciuto con il diminutivo di “Perez”, è stato il primo grave incidente alla scuola di paracadutismo di Sette Sorelle, località che sta vivendo negli ultimi mesi una tragedia dopo l'altra.

«Era una persona molto simpatica e socievole, si faceva volere bene e i suoi amici glielo hanno dimostrato recandosi a Venezia», ricordano ancora dallo Skydive Venice, «non frequentava molto il nostro circolo, in quanto, visto che risiedeva a Vicenza, preferiva lanciarsi col paracadute dallo Skydive di Thiene, che per lui era più vicino a casa».

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