L’allevamento di seppie è possibile
CHIOGGIA. «Non distruggete le uova di seppia attaccate alle nasse: possono essere una preziosa riserva per favorire la ripresa riproduttiva della specie».
Luciano Boffo, responsabile dei servizi veterinari dell’Asl 14 indica quello che potrebbe essere un “comportamento virtuoso”, da parte degli operatori del settore, per favorire il ripopolamento delle seppie in laguna. La specie, infatti, negli ultimi 15 anni è andata progressivamente regredendo come numero di esemplari e una delle cause (non certo l’unica) può essere individuata la distruzione delle uova deposte sulle nasse. Ma una sperimentazione portata avanti l’anno scorso dallo stesso Boffo con la collega Patrizia Buratti, i cui esiti sono stati recentemente pubblicati dalle riviste di settore, ha dimostrato che quelle uova, traslocate in una apposita area di incubazione (vicino a Pellestrina) e opportunamente curate, hanno registrato un tasso di sopravvivenza dell’82%. In altre parole ci sono tutte le premesse perché la seppia possa essere allevata, oltre che pescata dai banchi naturali.
«Ora stiamo preparando una sperimentazione per l’allevamento in vasca» aggiunge Boffo «ma ho anche sollecitato i preposti uffici regionali perché considerino la possibilità di un finanziamento che permetta di avviare, secondo le modalità già sperimentate e il coinvolgimento di un maggior numero di pescatori, iniziative di allevamento finalizzate proprio al ripopolamento della specie. Le premesse ci sono tutte». Un risultato di grande importanza per l’economia e la cultura gastronomica (e quindi anche turistica) cittadina. La seppia di Chioggia, infatti, proprio a decorrere dal 2014, ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto tradizionale ed è stata inserita nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Diego Degan
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