L'allarme arriva da Mestre: «Troppi spacciatori, abbiamo paura»

Dopo il pestaggio di domenica cresce il timore dei residenti di via Fogazzaro, Sernaglia, Cappuccina, rampa Cavalcavia:"Alla sera c’è il coprifuoco, scriveremo al sindaco tutti i mesi"
agenzia candussi, giornalista artico/baschieri. via Fogazzaro mestre.
agenzia candussi, giornalista artico/baschieri. via Fogazzaro mestre.

MESTRE. «Le racconto cosa succede, ma non metta nome e cognome, perché qui abbiamo paura delle ritorsioni». In via Fogazzaro, via Sernaglia, via Rampa Cavalcavia e fine via Cappuccina, le facce che si incontrano per strada sono per la maggior parte straniere. Bengalesi, molti cinesi, magrebini. Una donna sintetizza: «I bengalesi sono diversi tra di loro, ci danno noia, non ci rispettano, sono furbi ma con loro non abbiamo grosse difficoltà e molti sono integrati e vanno addirittura all'università. I cinesi si fanno i fatti loro. I veri problemi li abbiamo con i magrebini, i nigeriani, gli africani».

«Io lavoro qui da dieci anni», racconta un barista della fine di via Cappuccina, anche lui chiede di non scrivere il nome, perché i bar italiani sono talmente pochi che si capirebbe subito. «La mia clientela è la gente che lavora qua attorno, negli uffici, gli agenti del comando a due passi, perciò lavoro. E poi io non ho slot e alle 17 chiudo e vado a casa. Il problema qui è lo spaccio, Brugnaro ha parlato tanto, ma poi?». «Chi abita da queste parti», spiega un residente, «lo fa perché ha casa di proprietà e non vuole svenderla, perché non riesce ad andarsene o perché è anziano».

Tentata rapina con pestaggio in via Fogazzaro: "Sembrava una furia"
Placeholder

In via Fogazzaro, bambini bengalesi si urlano dai balconi per decidere dove giocare al pomeriggio. All'inizio della strada, cerca di aprire il portone del condominio una donna con le spese: «Noi, mi creda, siamo davvero tolleranti, a meno che non ci facciano qualcosa, non diciamo nulla, se non quando siamo proprio esasperati per il rumore. E parlo di bengalesi e indiani. Quello che dà fastidio è che le regole vanno rispettate, invece non è così perché sappiamo che qui in un appartamento vivono in troppi». «Il problema pesante», chiarisce poi, «sono i magrebini: mia figlia di 15 anni, non la lascio andare neanche a prendere il tram da sola alla fermata di via Cappuccina. È troppo pericoloso, a noi non è successo nulla finora, ma non si vive sereni, abbiamo sempre gli occhi aperti. Se non diamo fastidio, se non li fissiamo, se non rispondiamo quando ci offrono droga tutto ok, ma fino a quando?» Racconta: «L'altro giorno un italiano più grosso e forte di loro, li ha pestati. Qualche tempo fa stavo per smontare dall'auto quando sono incappata in una rissa proprio qui, mi sono chiusa in macchina e non sono più uscita. I nigeriani sono fissi, se dalle 17 alle 19 stai in terrazzo, vedi tutto, alla luce del sole». E alla sera, coprifuoco. «Per non parlare dei macchinoni e dei Maserati che girano. Io la petizione l'ho firmata, abbiamo anche pensato alla vigilanza privata, ma secondo noi finirebbe male».

Entrano in una casa per rubare, ma la vicina li scopre: arrestati
Polizia alla stazione di Mestre

«Stavo andando in una legatoria verso via Trentin», dice un abitante, «quando sono arrivato dall’auto dei nigeriani hanno iniziato a bastonarsi, allora sono scappato in auto e sono corso via terrorizzato».

«Sono abbastanza disilluso», spiega un portavoce del comitato che ha raccolto le firme, «sarà davvero difficile fare qualcosa, quello che però è sicuro, è che ogni 10 del mese scriveremo al sindaco: lo abbiamo fatto a giugno, a luglio e lo faremo ad agosto e poi ancora, finché non ci risponderà».

«Stiamo dialogando da un po’ con alcuni residenti della zona», assicura l'assessore alla Sicurezza, Giorgio D'Este, «due sono i fenomeni: spaccio e ordine pubblico, abbiamo fatto alcune operazioni, la polizia di stato è interessata, ma ci vuole tempo per stemperare il fenomeno, insistenza e perseveranza. Stiamo facendo squadra, sono convinto che parte di questi problemi saranno risolti quando riusciremo ad andare avanti con la riorganizzazione della polizia locale e rendere praticabile l'agente di prossimità. Stiamo facendodel nostro meglio, le operazioni interforze non mancano, siamo fiduciosi che anche qui cominceremo a mettere ordine, allontanare e reprimere».

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia