L’Algarotti “scoppia” e taglia 130 iscrizioni

L’assessore Tessari replica ai docenti che chiedono l’allargamento al Fermi «Palazzo Testa non ha aule vuote, gli esclusi vadano nelle scuole di terraferma»
Di Davide Vatrella

«È ora di fare chiarezza una volta per tutte. All’istituto tecnico Fermi, ospitato a palazzo Testa, non ci sono aule vuote. È inutile che i docenti dell’Algarotti continuino ad affermare il contrario, chiedetelo pure al preside del Fermi, Bruno Di Francia, se vi racconto una cosa per un’altra».

L’assessore alla pubblica istruzione, Claudio Tessari, è molto netto nel sostenere la sua posizione nei riguardi dei docenti dell’istituto per il turismo Algarotti, che avevano accusato la Provincia di non avere un razionale piano degli spazi scolastici. Tutto parte dal fatto che ben 130 studenti, che avevano l’intenzione d’iscriversi alla prima dell’istituto per il turismo di Cannaregio, non sono stati accettati per mancanza di spazi.

Alle proteste delle famiglie dei ragazzi esclusi (per la maggior parte della terraferma, visto che, giustamente, saranno favoriti gli alunni provenienti dal comune di Venezia e dai centri più vicini) si sono aggiunte quelle dei professori che si erano detti «profondamente delusi dalla Provincia, che non ha dato seguito al processo di razionalizzazione presentato ai dirigenti, lasciandoli da soli nell’accordarsi sulla divisione degli spazi».

L’assessore Tessari replica in maniera puntuale: «La Provincia non può favorire una scuola per un’altra, penalizzando una scuola piccolina per un’altra alla quale abbiamo già dato altri spazi al Sarpi e che ha già formato, come l’anno scorso, due prime in più. L’ente pubblico dev’essere imparziale e non patteggiare per nessuno».

Il candidato sindaco di Spinea ha, poi, una risposta chiara per le famiglie dei 130 alunni “esclusi” dall’Algarotti: «In provincia di Venezia non esiste solo l’Algarotti, peraltro una scuola di ottimo livello, ma il Gramsci a Mestre, l’8 Marzo a Mirano e il Lazzari a Dolo. L’offerta formativa nel nostro territorio, per quanto riguarda il piano di studi turistici, è completa e multiforme».

Tessari ne ha per chi (soprattutto i sindacalisti) ha insinuato che, all’interno della giunta provinciale, non ci fosse unità d’intenti: «La decisione di lasciare il Fermi nella sua sede attuale», chiosa l’assessore, «è stata unanime, del mio stesso parere erano anche la presidente Zaccariotto e l’assessore all’edilizia scolastica, Gasparotto».

Sulle iscrizioni eccedenti Tessari ha le idee chiare: «Spetterà alla dirigente individuare i criteri di scelta di chi accettare alla prima e chi no», conclude l’assessore, «e le famiglie dei ragazzi esclusi non ne dovranno fare un dramma perché, ripeto, in Provincia ci sono molte altre scuole».

Sulla questione interviene anche il dirigente del Fermi, Bruno Di Francia, che è sulla medesima lunghezza d’onda dell’assessore: «Su 190 alunni del Fermi», spiega Di Francia, «più della metà proviene dalla terraferma e, quindi, abbiamo deciso, per mantenere una certa utenza, di non trasferire l’istituto a Santa Giustina, dove ora c’è il Tommaseo. Posso assicurare che a palazzo Testa non ci sono aule vuote e, in più, qualcuno si dimentica che abbiamo anche i laboratori. C’è da considerare anche che metà palazzo Testa è occupato dall’Algarotti. Comunque con la dirigente dell’istituto turistico, Marina Perini, andiamo perfettamente d’accordo e tutto è stato deciso a tavolino con la massima tranquillità e unità d’intenti. In definitiva, non si potevamo fare delle scelte diverse».

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