Laky e Giancarlo, eroi inseparabili in aiuto di chi soffre
La cagnolina specializzata nella ricerca tra le macerie e il suo conduttore: sono loro due l'unità partita da Concordia Sagittaria e che hanno lavorato duro ad Amatrice. Giancarlo è rimasto anche ferito a un ginocchio

CONCORDIA SAGITTARIA. Sono Giancarlo Cusan e Laky, una cagnolina di razza Border Collie. Sono da soli e lavorano senza sosta i volontari della squadra cinofila della Protezione Civile partiti da Concordia Sagittaria in direzione Amatrice dove lo scorso 24 agosto le popolazioni sono rimaste vittima di un fortissimo terremoto che ha devastato intere città.
Pericolo. Le scosse sono state numerose in questi giorni di duro lavoro e Laky, secondo la testimonianza avuta in queste ore da Giancarlo Cusan, ha dovuto faticare molto per cercare qualche superstite rimasto incastrato sotto le macerie proprio per la tanta polvere che gli ostruiva le narici. Giancarlo si è slogato un ginocchio camminando tra le macerie.
Lavoro duro. Ad Amatrice la squadra è stata impegnata principalmente in due punti di ricerca: una casa di riposo e una palazzina privata dalle quali, fortunatamente, non sono rinvenuti ne vittime ne superstiti. Un lavoro duro, continuato ininterrottamente per 36 ore. Ora Giancarlo e Laky stanno ritornando a Concordia dove i volontari e l’intera cittadinanza li attendono soprattutto per capire di cosa, le persone sopravvissute al terremoto, hanno principalmente bisogno e riuscire ad organizzare in modo corretto le operazioni di invio delle donazioni.
Crolli e slogature. «Siamo dovuti rientrare perché anche oggi ci sono stati numerosi crolli che hanno ulteriormente ostruito le strade principali della città» racconta Giancarlo in una telefonata mentre viaggia verso casa. «Purtroppo io sono rimasto vittima di una slogatura al ginocchio. Dura, ma ne valeva la pena. Ora dobbiano rientrare a causa del ginocchio ma in ogni caso le squadre cinofile ormai sono relativamente utili. Passate le prime 36 ore è difficile trovare superstiti inoltre il lavoro per i cani è duro e non è facile fiutare qualcuno in mezzo a tutta quella polvere, per questo le squadre vengono continuamente sostituite. L’importante comunque è essere presenti e continuare le ricerche».
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