Laguna sud esposta alla furia, appello di chi ha la barca distrutta: "Aiutateci"
GIUDECCA. È arrivata come una furia dagli Alberoni, acquisendo velocità e potenza. La prima frustata della mareggiata storica di lunedì si è scagliata sulla Giudecca, in quella parte dell’isola che da Venezia non si vede, ma che è punteggiata di cantieri per la manutenzione delle barche.
Là, dove da anni si chiede una darsena chiusa come barriera protettiva, sono arrivati detriti di ogni tipo. Là, un tempo area costellata di barene, la potenza delle onde ha rotto le barche e le rive, si è ingoiata le passerelle di legno e qualche barca e ha sputato di tutto: seggiole, lavandini, corde, scale, contenitori, poltroncine e tanto altro. Le gru per sollevare le barche si sono spostate dal vento e la Giudecca si è ritrovata sola davanti a contrastare marea e scirocco.
Soltanto la tempestività di chi conosce la laguna ha evitato il peggio: «Ho spento tutti gli impianti elettrici» racconta Diego Toffolo dallo spazio Boat dove ci sono le officine Toffolo e Faldis «L’acqua ha rotto le rive e si vede una crepa che prima non c’era. Non abbiamo avuto danni ai macchinari, ma perché nei giorni precedenti abbiamo tirato su tutto».
Sempre nel lato che dà sulla Laguna Sud, l’ex peschereccio Santa Chiara di Nicola Grossi è stato distrutto, così come la sua vicina imbarcazione, il più vecchio vaporetto di Venezia, Amigos del 1904, quello che un tempo faceva la spola da San Giuliano a Fondamenta Nove. Entrambi acquistati da privati che non volevano che due pezzi di storia della città finissero nell’oblio.
«Mi sono innamorato dell’ex peschereccio Santa Chiara l’8 marzo 2008. il giorno dlela Festa della Donna» racconta Nicola Grossi, sostituto gondoliere, disperato per i 40 mila euro perduti e in cerca di aiuto per riportare in vita la sua barca «Era stato costruito nei cantieri Ravagnan nel 1959 e aveva uno scavo particolare. Era il mio sogno rimetterlo a posto per crearci all’interno una seconda casa».
Entrambi i mezzi, a differenza degli altri, hanno una linea di galleggiamento bassa che non ha retto la mareggiata. «Ho chiamato i pompieri, ma alla mattina la Santa Chiara era affondata» spiega «Ora cerco qualcuno che mi dia un posto dove mettere la barca e fare un primo intervento (per chi potesse 347 5286538, ndr)».
La Giudecca pullula di cantieri. «Abbiamo avuto paura per il tetto che comincia ad avere degli acciacchi» ha detto Gianfranco Vianello Crea del celebre cantiere, l’unico che si è salvato «Per fortuna noi siamo parecchio all’interno e non abbiamo avuto danni, ma i cantieri attorno abbastanza». Ne sa qualcosa Leone Zavonello, presidente del Consorzio Venezia Sviluppo negli ex cantieri Lucchesi, che comprende Cantiere Chia, Falegnameria Maschio, Pitteri Impianti, Ammiana e Alilaguna.
«Abbiamo la necessità di creare una rete delle tante attività produttive dell’isola» spiega Zanovello «Questa mareggiata ha reso evidente che serve una protezione, solo da noi abbiamo 10 metri cubi di detriti, ma tanti danni li hanno avuti anche il Cantiere Ducale vicino alle Casette e allo Junghans».
Sia il Consorzio che l’associazione Laguna Sud avevano proposto anni fa due progetti per una darsena chiusa, ma la Soprintendenza li aveva bocciati entrambi in quanto «non usuali per la laguna».
Chi vive qui però fa notare che tra gli Alberoni e la Giudecca non c’è nulla che rallenti la marea. «Stiamo nascondendo il problema» spiega il fotografo Ugo Carmeni che ha lo studio tra i cantieri «Qui c’erano le barene un tempo, ora c’è solo acqua. Il problema è questo, che non bisogna scavare ancora canali in laguna». —
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