Lago Film Fest, il giorno dei vincitori

La rassegna vista dalla “iena” Angela Rafanelli e da Alberto Nerazzini di Report

Ultimo giorno di appuntamenti oggi a Revine per il Lago Film Fest. Dalle 21.30, in riva al lago, cerimonia di premiazione alla presenza della giuria: in lizza ci sono 115 film che tra fiction e documentario mostrano il talento di 86 paesi diversi espresso nelle categorie (Nazionale, Internazionale, Nuovi Segni, Sui Generis, Veneto, Unicef).

Tra gli eventi di oggi, la replica della proiezione di “Land Of Joy” di Laura Lazzarin, in programma alle 22 al Cortile Carlettin; alle 21, viene replicata l’inchiesta “La divina provvidenza” realizzata da Alberto Nerazzini per Report.

In giuria, tra gli altri, Angela Rafanelli, giornalista delle “Iene”, conduttrice su La7 e Mtv. «Giudicare i corti in gara? Ho passato anni a sentirmi giudicata, sentirmi dire di sì o di no» dice «Certo, una vittoria può significare molto, ma non superare un concorso non significa subire una battuta d’arresto o valere nulla. Questo festival è un grande evento, un’ottima vetrina per mostrare le proprie capacità».

«Devo dire» aggiunge «che qualche volta ho trovato, soprattutto nei casi di registri giovani, una ricercatezza negli effetti speciali che va a discapito del contenuto. Si pensa sempre a girare cose “strane”, dimenticandoci che le tecnologie ci permettono di realizzare belle inquadrature sì, ma debbono essere funzionali alla visione del tema proposto».

In giuria anche Alberto Nerazzini, giornalista di Report e autore dell’inchiesta “La divina Provvidenza” sugli scandali finanziari del San Raffael. «È la prima volta che mi chiedono di fare il giurato e ho accettato con piacere anche se mi mette in imbarazzo dover giudicare: preferisco scegliere».

Nerazzini ha vinto a 32 anni il premio Ilaria Alpi: «So benissimo cosa vuol dire dare un premio o per poco toglierlo a qualcuno. Questo mi mette in condizione di svolgere con molta umiltà il compito che gli organizzatori mi hanno affidato». La sezione internazionale che ha visionato è decisamente la più impegnativa: «Tra i corti visionati ho trovato tante belle cose, ma anche diverse di irritanti dal punto di vista artistico. Perché è più video-arte che cinema, ma questo è il mio istintivo punto di vista. Raccontar: è questo che un regista deve fare. In un filmato cerco di guardare il coraggio e la qualità del racconto. Questo accomuna chiunque voglia comunicare qualcosa, sia al cinema, in tv, alla radio o sulla carta stampata».

Lieta Zanatta

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