Lafert, trattative top secret ma l’accordo con Taiwan è fatto

San Donà. Nessun comunicato ufficiale dal colosso dei motori elettrici, ieri un vertice con i sindacati Dipendenti e delegati sindacali temono una possibile delocalizzazione con reparti spostati all’estero
Di Giovanni Cagnassi
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA BLOCCO DEL PONTE SUL PIAVE ..BLOCCO PONTE LAVORATORI LAFERT - Il ponte della Vittoria a San Dona' bloccato dai manifestanti
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA BLOCCO DEL PONTE SUL PIAVE ..BLOCCO PONTE LAVORATORI LAFERT - Il ponte della Vittoria a San Dona' bloccato dai manifestanti

Gruppo Lafert acquisito da una multinazionale di Taiwan, l’indiscrezione scuote il mondo dell’imprenditoria. Intanto aumentano le tensioni nell’azienda di via Kennedy, leader mondiale nella produzione e vendita di motori elettrici industriali.

La fuga di notizie sulla possibile acquisizione da parte della Delta Electronics, multinazionale di Taipei, è stata un terremoto nella sede centrale di via Kennedy, dove i vertici aziendali non hanno voluto commentare. Dipendenti e delegati sindacali sono caduti dalle nuvole e ieri è stata convocata una riunione urgente alle 16 in azienda con i titolari e manager per fare chiarezza. Una riunione a porte chiuse dalla quale non è ancora trapelato nulla. Tante le domande presentate dalle Rsu aziendali che temono per le conseguenze di un’eventuale vendita di cui non si conoscono dettagli. Sembra che l’azienda abbia minimizzato la questione e parli solo di una possibile collaborazione con il colosso orientale peraltro già consolidata. Ma altre fonti indicano che già ci sono stati degli incontri, al di fuori dell’azienda in territorio sandonatese, con i manager taiwanesi che vorrebbero chiudere l’accordo per circa 130 milioni di euro, con un acquisto delle quote già a giugno 2017, circa il 50%, e il resto nell’arco di un triennio.

Un acquisto indolore e silenzioso di cui solo in pochissimi sono a conoscenza perché l’operazione doveva essere top secret. In assenza di conferme o smentite ufficiali, è difficile capire se ci sia stata solo un’offerta da parte di Taipei oppure se già sia stato sottoscritto un contratto come alcuni nell’ambiente sostengono. Tutti aspetti che potranno essere chiariti solo nei prossimi giorni se i soci dell’azienda decideranno di diramare qualche comunicato ufficiale per mettere a tacere voci molti insistenti e preoccupate.

Per il momento neppure i sindacati hanno espresso commenti: sia i delegati sia i responsabili di zona non erano a conoscenza delle trattative. Lo stesso per quanto riguarda le maggiori associazioni di categoria del comparto industriale che hanno appreso la notizia dal giornale con particolare disappunto. Si teme, infatti, una perdita del know how aziendale accumulato dagli anni ’60 a oggi, quando Lafert, con circa 600 dipendenti tra le sedi di San Donà e Noventa, è diventata la più grande azienda privata del territorio, leader nel settore dei motori elettrici che fa gola ai cinesi. Lafert ha un fatturato di 139 milioni di euro, sedi commerciali in Cina, Francia e in tutto il mondo. Nasce nel 1962, quando i motori elettrici sono diventati progressivamente il core business. Da oltre 20 anni Lafert si è specializzata nei Servomotori Brushless per l’automazione industriale. I suoi obiettivi di crescita si attestano al 10% l’anno, puntando a superare i 220 milioni di euro di fatturato nell’esercizio 2020. Quella di Taiwan sarebbe un’offerta giustificata dalla forza di questa azienda. Anche altri colossi internazionali si sono fatti avanti. La paura è che chiunque possa subentrare decida poi di delocalizzare in altri Paesi.

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