«Lacrimogeni e proiettili di sale contro i profughi in Ungheria»
Rolando Lutterotti, attivista del Centro sociale Rivolta di Marghera, da tre giorni si trova a Horgos, al confine tra Serbia e Ungheria, dove profughi siriani e africani cercano di entrare in Ungheria. È in quell’angolo di Europa con un gruppo di attivisti arrivati da mezza Europa per aiutare i profughi nel loro cammino e testimoniare come vengono trattati dalle autorità magiare. Questa è la seconda “missione” di un gruppo di attivisti dei centri sociali del Nordest.
Una settimana fa, attivisti del Rivolta erano andati in Austria. Ieri Rolando è rimasto coinvolto negli scontri tra polizia ungherese e profughi che cercavano di oltrepassare il muro di reticolati e varcare il confine per continuare la marcia verso il centro Europa. Scontri durati un'ora e mezzo.
Racconta Rolando Lutterotti: «La polizia, oltre ad aver lanciato centinaia di lacrimogeni, ha usato un cannone ad acqua e ad un certo punto ha sparato pure proiettili di sale ad altezza gambe. Gli scontri sono durati un'ora e mezzo. Ad un certo punto i profughi sono riusciti a sfondare un cancello e una ventina di loro sono entrati in Ungheria. Per ora le autorità serbe si mantengono neutrali. Dopo i primi venti, altri hanno seguito il loro esempio».
La situazione, al confine tra Serbia e Ungheria, è diventata insostenibile quando nella notte tra lunedì e martedì, sono arrivati quasi duemila profughi che si sono aggiunti ai cinquecento già presenti sul posto. Si tratta di persone di età compresa tra i 16 e i 30 anni, ci sono anche molti bambini. Le autorità serbe che per ora restano neutrali hanno garantito un minimo di servizi fornendo acqua e cibo a queste persone. Viveri che presto hanno iniziato a scarseggiare con l’aumentare dei profughi.
Gli incidenti sono scoppiati a Horgos, davanti al valico di frontiera di Roszke che Budapest ha deciso di “sospendere temporaneamente” al traffico per 30 giorni. Gli scontri sono iniziati quando un gruppo di profughi, esasperati, hanno cercato di abbattere il filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti.
I migranti hanno lanciato coperte sul filo spinato cercando poi di abbatterlo tirandole. La polizia ha risposto utilizzando cannoni ad acqua e lanciando lacrimogeni e, secondo testimoni, anche parano proiettili di sale. Gli agenti hanno usato anche spray urticante.
Quasi nessuno dei migranti intende farsi registrare in Ungheria né tantomeno chiedere asilo, avendo tutti l’obiettivo di proseguire verso la Germania e gli altri Paesi del Nord Europa. La polizia ha reso noto che i profughi che hanno presentato domanda di asilo sono stati finora solo 70 e 40 domande sono state già respinte. Dall’inizio dell’anno sono stati circa 200.000 i profughi e migranti che hanno attraversato il Paese in marcia lungo la rotta balcanica. Le autorità di Belgrado stanno cercando di convincere gli ungheresi ad aprire il confine.
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