L’accoltellatrice si difende «Lui non lavorava in casa»
Un litigio nato per aver richiamato più volte il marito,, immerso nei videogiochi, a rendersi utile nelle faccende domestiche. Così ieri mattina Irina Clemente di 41 anni, ha spiegato al giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori i motivi della lite con il marito di 39 anni, L.C.N., avvenuta domenica in vicolo Monte Paganella a Scorzè e finita con una coltellata che lei ha sferrato alla pancia del marito.
Per la donna, di professione operaia, non sarebbe stata la gelosia, che per altro si era manifestata in passato, ma il mancato aiuto di L.C.N., camionista, che avrebbe dovuto sfiatare i termosifoni di casa. Invece se ne stava a giocare al computer. Da qui la reazione della moglie, la situazione è degenerata con un diverbio che presto ha preso brutte pieghe. Dapprima la donna ha afferrato un cassetto del comodino e gliel’ha scaraventato in testa, poi, dicendo di temere la reazione del marito, ha impugnato un coltello da cucina e ha accoltellato L.C.N. all’addome, per fortuna in modo superficiale, non grave, e guaribile in pochi giorni.
Il giudice ha convalidato l’arresto ma poi ha derubricato il reato. È stata, comunque, denunciata per lesioni personali ma ha l’obbligo di stare lontana dalla casa di Scorzè e dal posto di lavoro del marito. A suo carico, poi, non ci sono precedenti ed è probabile che nei prossimi giorni possa andare dalla figlia, già sposata.
La donna ha quindi voluto fare cadere l’ipotesi della gelosia fatta in un primo momento. Ma pare che in più di un’occasione la donna avesse dubitato sulla fedeltà dell’uomo, ipotizzando una relazione extraconiugale. Domenica la situazione ha rischiato di finire male; il litigio è stato più furioso del solito, tanto che l’uomo ha dovuto chiamare i carabinieri, arrivati in pochi minuti nella laterale di via Marmolada. Nonostante la loro presenza, Irina Clemente non voleva calmarsi e i militari hanno dovuto fare da pacieri. Quando è stata trasferita in caserma, con l’accusa di tentato omicidio, ha avuto un’altra reazione contro i carabinieri. Infine è finita nel carcere della Giudecca. Nel frattempo il marito è stato trasportato all’ospedale per essere medicato; il fendente non aveva toccato organi vitali e, anzi, la prognosi è stata stimata in una decina di giorni, tanto da lasciare il pronto soccorso dopo qualche ora.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia