L’accoltellatore non risponde al giudice
CHIOGGIA. Nonostante le due coltellate che si è inferto, che evidentemente non hanno centrato organi vitali, i medici dell’ospedale dell’Angelo lo hanno giudicato guaribile in sette giorni. Così, ieri pomeriggio, il giudice delle indagini preliminari di Venezia Roberto Marchiori ha interrogato l’ex portuale 57enne Enzo Bellemo, l’uomo che ha cercato di uccidere la moglie con alcune coltellate, usando poi la stessa arma contro se stesso. Per il pubblico ministero Stefano Buccini deve rimanere in carcere ed è quello che ha chiesto al giudice, di emettere una ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio. Mentre, ieri, il difensore, l’avvocato veneziano Dirk Campaiola, ha chiesto che la misura sia meno pesante, l’obbligo di firma o in subordine gli arresti domiciliari. Il magistrato si è presa qualche ora e deciderà stamane sulle opposte richieste delle parti.
Nonostante le condizioni di salute dell’indagato siano migliorate dopo le prime ore dall’aggressione, Bellemo ha deciso di non rispondere alle domande e, probabilmente consigliato dal suo legale, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per impostare la difesa e raccontare come è andata, probabilmente, vogliono attendere di capire come evolvono le condizioni di salute della moglie e di conoscere quali carte ha nelle mani l’accusa. Tutto sarebbe nato a causa di un litigio in cui lui ha tentato di uccidere la moglie e poi se stesso, mettendo tutta la rabbia e la gelosia accumulate in alcuni anni di dissapori e disaccordi, gli stessi che stavano portando la coppia alla separazione definitiva. Come sia nato il contrasto tra di loro, probabilmente, è cosa conosciuta solo nell'ambito familiare, ma quello che sembra trasparire dalle poche tracce "pubbliche" del loro rapporto è che Maria Teresa Bovolenta, 58 anni, ed Enzo Bellemo, 57 anni, avevano caratteri diversi. Nelle foto su Facebook lei appare sempre sorridente e cordiale, una persona che sprigiona simpatia e sa prendere il lato positivo di ogni cosa. Lui, che non ha un profilo Facebook (almeno uno riconoscibile), è più serioso e riservato. Qualcuno che lo ha conosciuto come collega di lavoro, al porto di Chioggia, lo ricorda come una persona più introversa, che (legittimamente) poco confidava, ai conoscenti, della sua vita. La chiave di lettura del litigo sembra essere la gelosia. Lei che torna, dopo una settimana fuori casa; lui che ha immaginato le cose peggiori, che vuole sapere e che, di fronte alla probabile rivendicazione di indipendenza della moglie, prende un coltello da cucina e comincia a colpire.
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