L’Accademia svela le Grandi Gallerie

VENEZIA. “Debutto” museale per le Grandi Gallerie dell’Accademia che inaugurano sabato finalmente - dopo un’attesa pluriennale - le prime cinque sale (su 13 complessive) allestite della pinacoteca che sarà ospitata negli spazi ristrutturati dell’ex convento della Carità, riservandoli in particolare al Seicento e al Settecento - con uno sconfinamento probabile all’Ottocento, accanto agli spazi dedicati all’arte contemporanea che ospitano in questi giorni una retrospettiva di uno “sciamano” dell’Arte Povera come Mario Merz, con i suoi igloo allargati anche al cortile palladiano. Ma intanto le prime 46 opere spostate dal piano superiore delle Gallerie e dai depositi del museo sono qui grazie anche alla sponsorizzazione della Samsung, che ha curato i nuovi tablet multimediali che aiuteranno i visitatori a conoscere meglio le opere esposte, con il Comitato statunitense di salvaguardia Venetian Heritage.
Samsung dovrebbe garantite, con un nuovo finanziamento, anche l’allestimento museale delle due grandi sale con le colonne, mentre la Venice international Foundation di Franca Coin si occuperà da settembre del corridoio canoviano, con le opere del grande scultore neoclassico mentre anche il comitato britannico di salvaguardia Venice in Peril farà la sua parte, nel reperire il milione e 400 mila euro che mancano per completare l’intero allestimento della nuova ala delle Gallerie e che il Governo al momento non può garantire, come ha spiegato ieri anche il direttore delle Gallerie Giulio Manieri Elia, che ha curato le nuove sale disposte non in ordine cronologico, come sarà invece per il Settecento. Ad accogliere il visitatore i ritratti degli artisti “accademici”, da Luigi Crespi a Francesco Hayez - ricordando la precedente destinazione ad Accademia di Belle Arti del complesso - dopo una prima sala con postazioni multimediali, dedicate anche ai bambini, accompagnate anche da un video del registra britannico Jasmes Ivory, testimonial dell’evento. Quindi la terza sala è dedicata alla grande pittura veneziana dei soffitti mettendo a confronto un capolavoro cinquecentesco di Veronese come “Cerere e Ercole che rendono omaggio a Venezia” - a collegarsi con le collezioni al piano superiore del museo - con un grande soffitto tiepolesco accompagnat da suoi bozzetti e di quelli di altri artisti veneti del Settecento. La quarta sala, introdotta da un magnifico ritratto del Doge Bernardo Erizzo di Bernardo Strozzi, espone anche alcune opere importanti di Domenico Fetti (in particolare “La meditazione”) e Francesco Maffei e ospita la parete del collezionista: un insieme di dipinti di vario genere - dal ritratto al paesaggio, - per offrire un'immagine di cosa non poteva mancare nella collezione di un palazzo veneziano nel ’600. La quinta sala infine, gioca con la scenografia naturale di una grande finestra che guarda verso la facciata palladiana del Convento dei Canonici Lateranensi, mentre a parete un grande schermo dove scorrono le immagini «delle trasformazioni architettoniche ed urbanistiche dell'insula e del complesso edilizio che ospita le Gallerie dell'Accademia».
Oltre una porta ci sono le altre otto sale che attendono di essere allestite: il progetto è pronto, con nelle prime due grandi le pale d’altare e il ’700 e ci sarà uno spazio canoviano. L’effetto complessivo del nuovo allestimento è di indubbio impatto con una sola pecca: il pavimento nero, di grande effetto, ma catalizzatore immediato di polvere e destinato perciò a imbiancarsi rapidamente al passaggio dei visitatori.
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