«Laboratori e strumenti non collaudati»
Avrebbero voluto essere invitati, ma dovranno guardare tutto da fuori. Gli unici a non esserci domani per l’inaugurazione del campus scientifico di via Torino sono i veri protagonisti della nuova sede, ovvero gli studenti. «Già ci sono molte cose che ancora non funzionano», hanno detto i rappresentanti del Dipartimento scienze molecolari e nanosistemi, Anna Del Tedesco, Tommaso Cannizzaro e Thomas Scattolin, «potevano almeno renderci partecipi invitando chi rappresenta gli studenti».
Alla vigilia del vernissage lo stato d’animo dei ragazzi non è alle stelle, anzi. I corsi per gli studenti della triennale e magistrale di Chimica, Restauro e Scienze ambientali iniziano lunedì, ma non ci sono ancora garanzie per il funzionamento dei laboratori, non ancora collaudati, che dovrebbero partire il 16. Né studenti né professori sono stati infatti avvisati dello stato di funzionamento dei laboratori, il che significa che se qualcosa andasse storto bisognerebbe intervenire a lezioni già iniziate.
«Non sono ancora stati collaudati gli strumenti», spiegano, «né le cappe che dovrebbero servire per aspirare i fumi che fuoriescono dal materiale che usiamo durante la didattica. Questo è un rischio perché l’impianto potrebbe non tenerli e provocare un cortocircuito. Ci hanno detto che sono formalmente agibili, ma non abbiamo le prove della funzionalità».
Oltre alle cappe che servono per evitare che i ragazzi respirino eventuali materiali tossici, rimane il problema degli strumenti che, essendo di altissima tecnologia, hanno bisogno di un collaudo per tastare quanto regge l’impianto elettrico. Inoltre le classi non hanno una forma standard e in certi punti delle aule le lavagne, non ancora arrivate, non si vedono. «La nostra sensazione», dicono, «è che il rettore Carlo Carraro abbia fatto tutto prima della scadenza del suo mandato per dire che ce l’ha fatta, tanto se qualcosa va male ci sarà il futuro rettore che comunque non potrà fare nulla perché la nostra vecchia sede di Santa Marta è occupata ormai dagli studenti di Lingue». A detta degli studenti manca lo spazio per studiare e mangiare: «Le aule sono otto e tengono nel complesso 640 posti, ma noi saremo un migliaio, senza contare gli studenti di informatica», proseguono. «Abbiamo una convenzione con i bar, ma non è la stessa cosa e sono spesso occupati da chi lavora. C’è un supermercato lì vicino, ma se non abbiamo lo spazio dove mangiare dove andiamo?». In realtà l’1 settembre l’Università ha annunciato il bando di gara per la gestione di un futuro bar all’interno. Qualcosa si salva: «La struttura è bellissima, peccato che sia piccola per tutti noi».
Vera Mantengoli
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia