L’abbraccio della città «Arrivederci don Silvio»

Chiesa dei santi Giovanni e Paolo gremita per l’ultimo saluto al monsignore Le parole commosse del patriarca Moraglia e del cardinale Cè. Presente Orsoni
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 09.01.2013.- Celebrati i funerali di Mons. Silvio Zardon dal Patriarca Francesco Moraglia nella Chiesa SS.Giovanni e Paolo.-
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 09.01.2013.- Celebrati i funerali di Mons. Silvio Zardon dal Patriarca Francesco Moraglia nella Chiesa SS.Giovanni e Paolo.-

La stola e il Vangelo aperto deposti sopra la bara accarezzata da tante mani». «Grazie don Silvio. Arrivederci». È stato il patriarca Francesco Moraglia a celebrare, ieri, con il presbiterio la liturgia del cielo per monsignor Silvio Zardon, morto il giorno dell’Epifania. Nella stracolma chiesa dei santi Giovanni e Paolo tutti con gli occhi lucidi. In prima fila i familiari e due sindaci, Orsoni e Longo. Il Patriarca, soffermandosi sul ministero del sacerdote svolto per oltre 61 anni, ha detto: «Era attento alla vita spirituale, sua prima di tutto, e delle persone che la provvidenza poneva sulla sua strada». Il presule ha letto note affettuose di “don Silvio” scritte ripetutamente per la chiesa veneziana, la sua famiglia, i laici, “grandi ricchezze”.

Poi la lettura di testimonianze. Da Venezia il patriarca emerito cardinale Marco Cè: «Sacerdote esemplare dall’intelligenza non comune. Ha seguito sposi in un cammino di fede. Non negava mai un gesto di carità». Da Milano l’arcivescovo cardinale Angelo Scola: «Domani (oggi, ndr) celebrerò per lui la santa messa. Il suo è stato un lungo e prezioso ministero». Da Vicenza il vescovo monsignor Beniamino Pizziol: «Intelligente ministero». Da Sotto il Monte Giovanni XXIII l’arcivescovo titolare di Mesembria monsignor Loris Capovilla: «Impareggiabile collaboratore. Era uomo di Dio». Dopo il rito tutti dietro la bara in silenziosa processione.

A guidarla il patriarca Moraglia che, immobile, sulla riva ha pregato per “don Silvio”. In campo migliaia le espressioni di stima: «Era un amico straordinario», «Faceva parte della nostra famiglia».

Paola e Roberto Scarpa della Casa Famiglia della Giudecca: «Don Silvio faceva teologia applicata alla vita». E in migliaiaripescato dalla memoria ricordi. Due fra tutti.

Ogni lunedì mattina nella “sua” chiesa di San Luca c’era la fila di bisognosi. Don Silvio s’intratteneva con loro e consegnava piccole somme. Era l’elemosina della domenica. Il secondo ricordo risale allo scorso novembre. Il sacerdote, affaticato e con la voce incrinata dal dolore, stava celebrando i funerali dell’amico Carlo Vian. Nel rito di congedo con l’aspersione e l’incensazione era riuscito a strappare dalle mani del diacono, che voleva aiutarlo, il pesante turibolo.

Monsignor Silvio è sepolto nel cimitero di San Michele nel campo di San Luca evangelista. Lo stesso nome della parrocchia che ha guidato per decenni.

Nadia De Lazzari

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