La vittima era sotto l’effetto della cocaina

SAN DONÀ. Quando è stato ucciso, Alessandro Lovisetto era sotto l’influenza della cocaina. Lo ha detto ieri il medico legale Silvano Zancaner, sentito come consulente della Procura assieme alla...
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI PIAVE - LUVISETTO ALESSANDRO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI PIAVE - LUVISETTO ALESSANDRO
SAN DONÀ. Quando è stato ucciso, Alessandro Lovisetto era sotto l’influenza della cocaina. Lo ha detto ieri il medico legale Silvano Zancaner, sentito come consulente della Procura assieme alla collega Cristina Mazzarolo. «L’assunzione di droga è stata vicina al momento del decesso, non più tardi di 1-2 ore prima», ha detto lo specialista, «il soggetto che assume cocaina non capisce più i rischi del suo comportamento, si sente più forte e pressante. L’effetto della cocaina può aumentare l’aggressività». Gli screening tossicologici su Maritan, invece, avevano dato esito negativo: quella sera le condizioni psicofisiche dell’ex boss non erano alterate.


Cinque le lesioni da arma da taglio riscontrate sul corpo di Lovisetto in sede di ispezione cadaverica e poi di autopsia. «Tutte lesioni prodotte in rapida successione», ha chiarito il dottor Zancaner. Tra i punti colpiti dai fendenti, la guancia, la regione sottomandibolare, la base del collo e il palmo della mano sinistra. La ferita più grave è stata quella riportata da Lovisetto al collo: la lama di 9 centimetri era entrata per tutta la sua lunghezza nella carne, provocando la lesione di una grossa arteria e, quindi, una emorragia massiva che aveva interessato tutta la regione del collo. Secondo la ricostruzione fatta dai medici legali incaricati dalla Procura, la vittima ha anche cercato di togliere il coltello a Maritan e per questo si era ferito al palmo della mano. «È il tipico esempio di difesa attiva», ha chiarito il dottor Zancaner, chiarendo poi che, dopo il fendente al collo, «La resistenza di Lovisetto è rapidamente cessata». Quando era arrivata l’ambulanza, Lovisetto era stato rianimato per 30 minuti, inutilmente.


Quanto all’ipotesi che Lovisetto si fosse infilzato da solo sul coltello di Maritan, i medici legali hanno concluso che «l’ipotesi è non probabile, tendente all’impossibile». Diametralmente opposta la tesi difensiva. Nel corso della mattinata sono stati sentiti anche i carabinieri del Ris di Parma che avevano effettuato gli accertamenti sulle tracce di sangue lasciate su 23 reperti. Sul manico del coltello è stato trovato il profilo genotipico riconducibile a Maritan.
(ru.b.)


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