La violinista Isabelle Faust suona lo Stradivari al Pollini

PADOVA. La stagione degli Amici della Musica di Padova ospita questa sera alle 20.15, all’Auditorium Pollini, una delle violiniste più reputate internazionalmente, Isabelle Faust, che proprio a Padova ebbe il suo debutto italiano grazie a Bruno Giuranna. Nata in Germania nel 1972, la Francia è divenuta la sua patria di elezione. È stata un’enfante prodige, in grado di vincere il Concorso Leopold Mozart a quindici anni. Ma si sa, è il Paganini il concorso che ogni virtuoso di violino vorrebbe vincere. La Faust se l’aggiudica nel 1993 e da questa affermazione prende l’abbrivio una sfolgorante carriera internazionale, definitivamente consacrata dalla predilezione di un direttore come Claudio Abbado, che con lei lavorò sia con l’orchestra Mahler che con la Mozart.
Certamente il grande maestro recentemente scomparso deve aver apprezzato in lei la curiosità intellettuale, quella che l’ha portata da una parte all’incisione integrale delle Sonate di Beethoven, dall’altra ad un marcato interesse per la musica di György Ligeti, Morton Feldman, Luigi Nono e Helmut Lachenmann.
Con Abbado la Faust ha registrato i Concerti per violino di Beethoven e Alban Berg. È regolarmente chiamata in tutte le grandi Istituzioni concertistiche del mondo, dove si esibisce con lo Stradivari “Bella Addormentata” (1704), messole a disposizione dalla L-Bank Baden-Württemberg. Nella tappa padovana l’affiancherà il suo partner abituale, il pianista Alexander Melnikov, che si è diplomato al Conservatorio di Mosca con Lev Naumov, allievo e poi assistente del mitico Heinrich Neuhaus, il maestro di Gilels e Richter. Proprio Svjatoslav Richter ha invitato ripetutamente Melnikov ai suoi festival in Russia e Francia, dopo il suo successo nei concorsi Robert Schumann di Zwickau e Reine Elisabeth di Bruxelles. Abbiamo detto dell’impronta culturale del repertorio della Faust, ma nel concerto di questa sera, nel cuore del carnevale, ha impaginato con levità una prima parte composita: i Quattro pezzi romantici op. 75 di Dvoràk, quattro miniature di ingenuo lirismo, le tenere Impressions d’enfance op. 28 di George Enescu, il maggior compositore rumeno, Méditation (Souvenir d’un lieu cher) op. 42 n. 1 di Cajkovskij, prima versione del tempo lento del concerto per violino, e la Seconda Sonata del compositore americano George Antheil, scritta negli anni Venti, quando viveva nella “festa mobile” parigina e creava il Ballet mécanique per Léger. Poi un cavallo di battaglia dei violinisti: la Sonata in la maggiore di Franck. Già domenica mattina alle 11, alla Sala dei Giganti del Liviano, un nuovo concerto degli Amici della Musica, con il vincitore del Premio Venezia, il pianista Alessandro Marchetti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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