La violenza innescata da un messaggino: «Maila ha reagito e le ho dato un pugno»

Natalino Boscolo Zemello in lacrime ha cercato ieri di difendersi davanti al gip David Calabria. In 500 alla fiaccolata per lei

VENEZIA. Un messaggio su Messanger da una donna dell’Est arrivato sul cellulare di Natalino Boscolo Zemello. Lui lo mostra alla moglie Maila Beccarello, da cui voleva separarsi una volta conclusa la detenzione domiciliare per tentata estorsione.

Sono le tre di notte di mercoledì e nella casa di Cavarzere inizia il caos. L’incipit dell’escalation di violenza che ha portato l’ex pescatore di Sottomarina ad uccidere la 37enne starebbe proprio qui, stando a quanto ieri ha raccontato lo stesso indagato tra le lacrime nell’ora scarsa davanti al gip David Calabria per l’interrogatorio di convalida a Santa Maria Maggiore.

Quel messaggio lasciava intendere una storia (evidentemente virtuale, visto che Boscolo Zemello era ai domiciliari da luglio 2017) con questa fantomatica donna. Chissà se si tratta della stessa donna che Natalino cita in un post criptico su Facebook alle 3.08 di mercoledì, a ridosso dell’orario da lui indicato come inizio della lite.

Maila avrebbe reagito male, rovesciando la tavola contro Natalino, il quale avrebbe risposto facendo altrettanto. La discussione si sarebbe spostata poi in giardino. «Le ho dato solo due schiaffi e un pugno», ha precisato l’uomo al gip, oltre alla spinta contro il muro nella quale la donna avrebbe battuto il naso e la bocca. «Ma non le ho dato botte con la sedia da esterno».

A questo punto, secondo il racconto di Natalino, la 37enne sarebbe salita al piano superiore per andare a farsi una doccia. Qui sarebbe caduta una prima volta, battendo la testa. Vedendo sangue ovunque, l’ex pescatore ha chiamato il fratello maggiore Claudio cercando di raccontargli cosa era successo. Ma le sue parole erano confuse, così ha mandato due foto su WhatsApp a Claudio: una con le macchie di sangue in bagno, l’altra in cui c’è anche un piede di Maila.

Segue una seconda chiamata al fratello che, evidentemente, ha compreso la gravità della situazione: «Chiama subito il 118». Nel frattempo, Maila sarebbe scesa al pian terreno. Alla base delle scale, la seconda caduta. Poi Natalino porta il corpo in giardino. Qua la trovano i soccorritori, sfigurata.

Il primo referto medico parla tra l’altro di una sospetta frattura cranica, ma sarà l’autopsia, conferita ieri al medico legale Antonello Cirnelli e fissata per lunedì mattina, a dare i primi importantissimi punti fermi nella ricostruzione del delitto. A partire dal tipo e dall’entità delle lesioni, verificando anche la presenza di lesioni pregresse (Natalino ha riferito di una caduta dalle scale qualche giorno prima).

«Un delitto d’impeto», l’ha definito il gip nell’ordinanza con cui, al termine dell’interrogatorio, ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere. Boscolo Zemello è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dal vincolo di parentela e dal fatto di aver commesso il reato durante la misura alternativa alla detenzione in carcere.

Il suo difensore, l’avvocato Andrea Zambon, punta all’omicidio preterintenzionale e per questo ricorrerà al Riesame. Parla di un rapporto di coppia giunto al termine per una scelta condivisa, di una «situazione esplosiva»: «Ci sono una base dolosa e un omicidio non voluto. Ma non pensava che Maila morisse».


 

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