La Veglia pasquale in Basilica e all'uscita c'è l'acqua alta

Solenne celebrazione sabato sera presieduta dal patriarca Francesco Moraglia che ha anche impartito i sacramenti ad alcuni fedeli. Ai Santi Apostoli la veglia termina all'alba con un momento conviviale
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 04.04.2015.- BASILICA DI SAN MARCO, VEGLIA PASQUALE DEL PATRIARCA FRANCESCO MORAGLIA.
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 04.04.2015.- BASILICA DI SAN MARCO, VEGLIA PASQUALE DEL PATRIARCA FRANCESCO MORAGLIA.

VENEZIA. E’ Pasqua. Dopo il silenzio, l’attesa e le tenebre irrompe la luce. La solenne Veglia pasquale, cuore dell’anno liturgico, ha spinto centinaia di veneziani e turisti a riunirsi in Basilica. La celebrazione durata
tre ore, dalle 20,30 alle 23,30, animata dai melodiosi canti della Cappella Marciana è stata presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia.

L'omelia del patriarca alla messa di Pasqua: il ricordo dei martiri cristiani d'oggi
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La Veglia è iniziata con la suggestiva liturgia della luce. Mentre la Cattedrale era oscurata il presule ha benedetto il nuovo fuoco che divampava nel nartece davanti al portone centrale chiuso. Qui è seguita la preparazione del cero pasquale la cui luce ha squarciato le tenebre. Il Patriarca vi ha inciso una croce, l’alfa e l’omega – prima e ultima lettera dell’alfabeto greco – e le cifre dell’anno. Poi la processione lungo la navata centrale dove in fila attendeva la quinta comunità neocatecumenale della parrocchia di San Giovanni Evangelista di Mestre mentre tutti i christifideles tenevano tra le mani una candelina. Nel buio un diffuso fiume di luce ha illuminato la Basilica. Al canto dell’Exsultet sono seguiti i momenti della liturgia della parola letta in varie lingue (inglese, spagnolo, francese, tedesco), battesimale ed eucaristica.

Nell’omelia/catechesi monsignor Moraglia ha spiegato il significato della “notte del Crocifisso Risorto”. Queste le sue parole: “Abbiamo vissuto nell’azione liturgica in poche ore la storia dell’uomo. La liturgia ci parla con i segni. Il cero pasquale è Cristo. La parola, che diventa carne, è il segno più umano che esista. Tra poco il battesimo, la comunione, la confermazione, i frutti della Pasqua”.

Successivamente il Patriarca ha battezzato Letizia, una bimba della parrocchia di San Giovanni Evangelista di Mestre, impartito i sacramenti a due catecumeni, alla giapponese Kurihara Ayumi, organista della parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo e a Matteo della parrocchia di Campalto. Infine monsignor Moraglia ha impartito il sacramento della confermazione a Vincenzo Macaluso di Eralcea che si sposerà il prossimo 11 aprile. All’uscita – erano le 23,30 – un’inaspettata sorpresa per i fedeli. L’acqua alta aveva allagato completamente il nartece. Nel frattempo, per evitare disagi, il personale della Basilica si era premurato di posizionare le apposite passerelle. 

Momenti di grande spiritualità sono stati vissuti anche nelle altre parrocchie. Alle 22,30 le comunità neocatecumenali del centro storico hanno iniziato la Veglia pasquale nelle chiese di Santa Maria Formosa (celebrante don Piotr Mikulski che ha battezzato 11 neonati), dei Gesuati (don Francesco Faraci del Seminario di Trieste, una decina di battesimi), di San Geremia (don Valter Perini, 4 battesimi) e dei Santi Apostoli. Qui ha celebrato don Luigi Battaggia con la partecipazione di oltre 400 fedeli, tra cui 150 bambini. Quattordici bimbi hanno ricevuto il santo battesimo per immersione. La gioiosa e lunga veglia è terminata all’alba seguita, dalle 4 alle 6,30 circa, dalla festa in patronato, in case private e in due ristoranti limitrofi. Un gruppo di 75 persone ha prenotato alla Vecia Cavana, un altro di 35 persone ha festeggiato alla trattoria La Perla. Il titolare Filippo Dore ha detto: “E’ una bella festa. Vengono da undici anni. Il menù scelto: lasagne, tortellini in brodo, verdure alla griglia, macedonia”. E l’immancabile agnello al forno. Oggi, “Domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore” in Basilica marciana alle 10,30 il Patriarca presiede il Pontificale. Segue, alle 17,30, la celebrazione dei vespri solenni con benedizione eucaristica e processione all’altare della Nicopeia.

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