La Uil attacca le coop «Dipendenti sottopagati»
Uil contro Cgil e Cisl sulle coop sociali e gli inquadramenti del personale. Un “affare” da 700 dipendenti-soci nel Veneto Orientale per il settore socioassistenziale, 400 dei quali adesso potrebbero ricorrere alla Direzione territoriale del lavoro, o Ispettorato del lavoro, come ha già fatto una dipendente di Eraclea non senza tensioni e polemiche nel mondo sindacale.
Il problema sono le assunzioni con inquadramento in categorie inferiori a quelle in realtà spettanti che danno ora la possibilità di chiedere gli arretrati, circa 46 euro mensili, per dipendente. Il rischio è che scoppi il bubbone dopo che la Uil Fpl ha deciso di rendere pubblici i contratti e il mancato rispetto degli accordi. Ma il sindacato fa al contempo una panoramica anche sui metodi di assunzione dei “soci”, lo sfruttamento, le incredibili trattenute.
«Nel caso della dipendente di Eraclea», spiega Pietro Polo della Uil Fpl,«la donna si è già rivolta all’Ispettorato del lavoro per evidenziare la sua situazione dopo l’esito negativo del tentativo di conciliazione. La cooperativa in questione, forte dell’accordo sottoscritto con Cgil e Cisl provinciali, non ha proceduto alla intimazione dell’Ispettorato di riconoscere la categoria superiore alla signora». La donna, assistita dalla Uil Fpl, è un precedente importante. «Alla direzione provinciale», aggiunge Polo, «è stato accertato che il riconoscimento della categoria spettava fin dalla data di assunzione, smentendo clamorosamente l’accordo sottoscritto da Cgil e Cisl regionali. E questo è solo l’ultimo episodio che rivela relazioni e rapporti con il mondo cooperativistico quantomeno problematici e confusi da parte del sindacato. La sottoscrizione dell’accordo da parte di Cgil e Cisl provinciali, oltre a non rispettare gli accordi regionali di Cgil, Cisl e Uil, penalizza fortemente la retribuzione di lavoratori e lavoratrici. Una condizione che interessa almeno 400 dipendenti tra i 700 delle cooperative nel settore dei servizi sociali e assistenziali del Veneto Orientale. «Ci risultano», conclude Polo, «cooperative che assumono soci che devono pagare 1000 euro a fondo perduto e 3000 euro di quota sociale, tutti trattenuti in busta paga assieme a una serie di altre voci inconcepibili».
Giovanni Cagnassi
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