La uccide e incolpa un veneziano
CONCORDIA SAGITTARIA. Un tradimento, un figlio inatteso, la paura dello scandalo e le conseguenze per la propria vita coniugale. I carabinieri di Brescia non hanno dubbi: sono questi i motivi per cui Marilia Rodrigues Silva Martins, brasiliana di 29 anni, è stata uccisa giovedì sera a Gambara.
In carcere è finito, in stato di fermo, Claudio Grigoletto, 32 anni, istruttore di volo e socio della Alpi Aviation do Brasil, la società che commercializza ultraleggeri per la quale lavorava Marilia.
La vicenda rimbalza come un fulmine a ciel sereno, in tarda serata, nel Nordest: Grigoletto e Rodrigues Silva Martins erano ben conosciuti ia Pordenone, soprattutto alla Alpi Aviation srl di San Quirino, società alla quale si erano proposti quali partners commerciali per il Brasile. Dopo diversi incontri nell’azienda situata accanto all’aeroclub della Comina, l’accordo doveva essere perfezionato proprio in questi giorni. Ma ora, dicono dalla Alpi Aviation srl, «tutto salta».
Ma c’è un elemento inquietante che collega l’inchiesta di Brescia alla provincia di Venezia: il sospetto omicida aveva accusato con una mail – «falsamente», precisano gli inquirenti – il direttore commerciale dell’azienda di San Quirino, Paolo Zadro, di Concordia Sagittaria, di avere avuto un legame sentimentale con la vittima, in modo da far ricadere su di lui il sospetto di essere l’autore dell’omicidio. Ad avere una relazione, invece, dicono gli investigatori coordinati dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, erano il fermato, Grigoletto, e la sua segretaria. Come ha confermato l’autopsia, Marilia era fra il quarto e il quinto mese di gravidanza, frutto con ogni probabilità dell’amore clandestino con il suo datore di lavoro.
Una verità troppo pesante per Grigoletto, sposato e già padre di due figlie, di cui una nata da poche settimane. Per il procuratore di Brescia, Fabio Salomone, l’uomo «aveva la necessità di eliminare quel problema rappresentato dal fatto di essere il padre del bambino che la brasiliana aspettava». E allora la decisione di farla fuori: la ragazza, a giudicare dai profondi segni sul collo, «è stata strangolata a mani nude», poi è stato tentato di «bruciare il corpo con un liquido infiammabile», quindi è stata ferita al volto e alla nuca da un oggetto pesante, anche se poi «potrebbe essere stato il gas a finirla», ha spiegato Salomone riferendosi «alla scena del delitto artefatta». Si tratta del tentativo, maldestro, di simulare un suicidio, facendo ritrovare una bottiglia di acido muriatico e staccando da una piccola caldaia un tubo di gas. Grigoletto, fermato al termine di un interrogatorio durato tutta la notte tra lunedì e ieri, «non ha confessato», ma ci sono «innumerevoli indizi, la certezza che si trovasse sul luogo dell’omicidio nel momento in cui è accaduto, le sue contraddizioni» e alcune testimonianze a far ritenere che l’assassino di Marilia sia stato proprio lui.
Che cosa c’entra, dunque, il responsabile commerciale della Alpi Aviation srl di San Quirino, in questa vicenda? Per gli inquirenti nulla. Grigoletto, dopo avere creato un falso account, avrebbe attribuito una mail a Marilia in cui parlava di un incontro chiarificatore avvenuto tra lo stesso Grigoletto, la moglie, la vittima e Zadro, attribuendo, falsamente, la paternità del nascituro a quest’ultimo. Zadro è stato sentito lunedì dai carabinieri come persona informata sui fatti. «In questo periodo - ha spiegato il procuratore di Brescia - Grigoletto stava tentando di riordinare i rapporti familiari con la moglie e per questo eliminare la realtà, ovvero che fosse il padre del bambino», avrebbe potuto significare «salvare il proprio matrimonio». Grigoletto, accusato di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e tentativo di soppressione di cadavere, comparirà oggi davanti al gip per l’udienza di convalida.
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