La torre 27 perde i pezzi: «Il Comune intervenga»
MESTRE. Per trovare un simbolo dello stato di abbandono della Torre 27-D3 della Cita potete scegliere tra diverse immagini: l’estintore ricoperto di polvere e ragnatele, lotto di produzione del 2000, nessuno che ricordi di quando è l’ultima manutenzione.
Oppure i tubi corrosi, e rotti, delle grondaie, una groviera che quando piove disegna un bouquet di piccole cascate dalle pareti dell’edificio. O, ancora, i frammenti di cornicioni che nelle ultime settimane si sono staccati dalle pareti, precipitando anche nel viale all’ingresso del palazzo, di proprietà del Comune.
Stanchi di una situazione che giudicano «non più sopportabile», alcuni dei residenti della torre, 68 appartamenti in 13 piani - tutti regolarmente assegnati, solo 5 sono vuoti - hanno deciso di scrivere non solo all’amministratore di condominio, l’avvocato Mario D’Elia, e a Insula, la società del Comune responsabile della manutenzione straordinaria, ma anche a tutti i consiglieri comunali. In due, Ottavio Serena e Renzo Scarpa, hanno raccolto il grido d’allarme e ieri mattina hanno deciso di fare un sopralluogo per rendersi conto della situazione, con un aggiornamento. Pochi giorni fa infatti Insula, per motivi di sicurezza legati alla caduta di pezzi di intonaco dalle pareti della torre, ha totalmente recintato il palazzo garantendo l’accesso dall’entrata principale e dal retro ma sostanzialmente chiudendo le vie di fuga delle uscite di sicurezza. A spiegare quale sia il livello di esasperazione è, a nome dei residenti, Alberto Scarpa. «Con questa recinzione ci hanno chiusi dentro», racconta, «ma quando arriveranno gli interventi di cui questo palazzo ha davvero bisogno?». Insula, in una lettera di risposta fatta avere ai residenti ancora a marzo, parlava di alcuni interventi in fase di valutazione, ma quanto ci vorrà? Anche perché le risorse che il Comune ha destinato, tramite Insula, per il ripristino del patrimonio pubblico, sono ridotte all’osso, insufficienti a coprire tutte le priorità. Gli impegni di spesa programmati per il 2017 per l’edilizia pubblica sono di 2,3 milioni di cui 1,6 per recupero e razionalizzazione alloggi. Per la manutenzione di tutto il patrimonio abitativo di terraferma sono stati stanziati 500 mila, somma probabilmente insufficiente per sistemare la sola torre 27 della Cita.
«E’ da tempo ormai che segnaliamo questi problemi», spiegano con i residenti mentre si infilano nel garage sotterranei, dove ci sono infiltrazioni d’acqua, dove la stanza dell’autoclave è stata coperta con delle tavole di legno che sembra una baracca. Oppure mentre salgono al quarto piano, dove dopo l’incendio di alcuni sacchetti di rifiuti, le pareti dell’androne sono ancora tutte annerite. «E i topi? Dove vogliamo metterli i topi?». Alcune donne che abitano nel palazzo spiegano che «le pantegane sono state avvistate anche al quarto piano». Un primo intervento di derattizzazione è stato fatto dall’amministratore di condominio «anche se non dovrebbe essere a carico nostro», dice l’avvocato D’Elia, «dal momento che l’area verde intorno al palazzo è pubblica». E gli estintori? «Per alcuni anni la manutenzione è stata fatta e li ho fatti cambiare», spiega, «ma subito dopo venivano sistematicamente rubati. E il bilancio del condominio è ogni anno in rosso, per circa 20 mila euro, soldi che poi mette il Comune. Più volte i problemi sono stati segnalati, ad esempio nei garage non ci sono le porte frangifuoco, interventi di questo tipo spettano al Comune».
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