"La terapia con animali? Fa bene ai nostri piccoli pazienti"

DOLO. La presenza degli animali fa bene ai piccoli ammalati. “Quattro Zampe in Pediatria”, la prima esperienza di Pet Therapy nella Pediatria di Dolo. E’ stato un successo il progetto innovativo, che ha visto insieme cani e gatti e una cinquantina di bambini ricoverati, progetto concluso in questo periodo, a detta degli esperti con risultati davvero molto buoni. Si ripartirà in autunno.
Fabio e Birillo. Gli ospedali dell'Asl 13 si confermano quindi all'avanguardia nella pet therapy. Tutto era cominciato da Fabio Busetto, un malato ricoverato in Oncologia a Mirano, che aveva chiesto di poter vedere il proprio cane "Birillo". La sua richiesta era stata esaudita e i medici avevano notato un forte miglioramento nell'umore e nella gioia di vita del paziente. Fabio si era poi spento (le sue condizioni erano ormai terminali) ma aveva confidato ai medici: "Mi avete regalato 10 anni di vita". Di qui la decisione di allargare l'esperienza anche ad altri reparti.
Star. Con i bambini è stato un successone. C’erano Minù (chihuahua), Rossana (gatto europeo), Kunta (piccolo levriero italiano), Mio (gatto british short hair): quattro animali stati protagonisti, insieme ad una cinquantina di bambini ricoverati. L’iniziativa, era partita lo scorso inverno, in collaborazione con l’associazione Teama (Terapie e Attività Mediate da Animali) di Padova, con una formula sperimentale di cinque mesi. I bambini e i loro famigliari si erano affezionati a questo momento ricreativo, un giorno alla settimana, il lunedì, ne hanno trovato giovamento nell’umore.
Cooperazione. «A questa iniziativa», spiega il primario di Pediatria, Luca Vecchiato, «hanno aderito cinquantina bambini di un’età che va da pochi mesi di vita fino a ragazzi di 14 anni. Questa eterogeneità è stata gestita dagli operatori della associazione differenziando le attività sia con l’animale, sia creative in modo da garantire il pieno coinvolgimento dei bambini. La presenza di diverse fasce di età (quella maggiormente coinvolta è stata quella relativa a bambini dai 6 ai 10 anni con prevalenza del genere maschile. Un 86% di maschi contro un 14% di femmine) ha, inoltre, permesso di stimolare nel gruppo un certo grado di cooperazione che vedeva i bambini più grandi aiutare quelli più piccoli».
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