La tangenziale “urbana” dimenticata dalla politica
Il sogno di una tangenziale di Mestre, “verde” e declassata a strada urbana è finito nel dimenticatoio. Tanto che la presidente di Cav, Luisa Serato, quando gli si chiede conto dei vecchi progetti, risponde candidamente: «Non mi è mai stata posta la questione. E sinceramente, visti i costi di gestione e di manutenzione, per il bene dei mestrini è meglio se continuiamo a gestirla noi come concessionaria autostradale».
Eppure, fino a pochi anni fa il tema tangenziale era tra i temi “caldi” delle amministrazioni comunali veneziane. Dal ticket proposto da Paolo Costa al declassamento ipotizzato da Massimo Cacciari. Dai progetti per un tunnel alle ipotesi di demolizione. All’idea di una gestione in capo al Comune con la possibilità, così, di fermare le auto in coincidenza con i picchi di smog. I tempi sono cambiati, ma oggi la questione dalla giunta di centrodestra è stata cancellata dall’agenda delle urgenze.
La tangenziale non è più il “valico di Mestre” che d’estate faceva paura per il “muro”di auto in coda verso il mare. Il traffico è diventato fluido ma resta intenso dopo l’apertura del Passante. I dati di Cav lo confermano: nel 2015 era cresciuto tra A57, Passante e tangenziale di Mestre del 3,1% mentre il 2016 si chiude con un più 4,25%. Nei primi tre mesi del 2017 siamo al più 2,88 per cento con quasi 16 milioni di veicoli transitati. Molti usano la tangenziale per andare da Marghera al Terraglio, dalla Miranese alla Castellana.
Il sogno di una tangenziale urbana, ricorda Gianfranco Bettin, era «un indennizzo ambientale alla città tagliata in due dall’autostrada, a poche centinaia di metri da piazza Ferretto. Ma la nuova amministrazione non ne parla più. Si aprono le Ztl, senza veri piani di cambiamento della mobilità cittadina. Ma la tangenziale resta tema da affrontare e spero che l’assessore Boraso, che sta lavorando al nuovo piano del traffico, ne tenga conto con l’attenzione che lo contraddistingue. Intervenire sulla tangenziale, anche per ridurre lo smog, resta urgente».
Marco Benozzi del coordinamento Cocit di Mestre conferma: «Noi siamo assolutamente favorevoli ad un confronto tra Comune, Cav e Autovie affinché si discuta di tangenziale urbana e di trasferimento al Comune, per progetti di miglioramento ambientale, dei fondi relativi ai sette chilometri di tangenziale che vengono introitati dalle concessionarie con i pedaggi. Una quota dei 2,80 euro di pedaggio tra Padova e Mestre paga la tangenziale. Certo i mestrini la usano gratis, ma con un abbonamento annuale di pochi euro si pareggia la questione. Noi sosteniamo l’idea di un confronto che consenta di investire quella parte di proventi nel miglioramento della qualità ambientale della città che fa sempre i conti con traffico e smog».
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