La strage silenziosa: 716 vittime di amianto nel Veneziano
VENEZIA. Un materiale killer, la cui vicinanza provoca effetti mortali a distanza di decenni. Fino a provocare, nei luoghi di lavoro, una strage silenziosa. Tra il 1987 e il 2017, i casi di decessi per mesotelioma in provincia di Venezia sono stati 716 (563 uomini e 153 donne).
E secondo l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, si tratterebbe solo della punta dell’iceberg. «La fibra killer, infatti», spiega, «provoca anche il tumore del polmone, della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon, oltre all’asbestosi e alle placche pleuriche». Nello stesso arco temporale, nel Veneto si registra un numero man mano crescente di casi registrati nel corso degli anni. Fino ad arrivare a 2431 diagnosi.
Dal 2005, i mesoteliomi sono sempre oltre cento all’anno. Un trend in continuo aumento, se si considera che in alcuni casi si raggiunge il doppio delle rilevazioni di inizio anni ’90. Se non, addirittura, quasi il triplo: 43 nel ’91 contro i 125 del 2010.
Secondo gli studi degli esperti, raccolti dall’Osservatorio amianto, i lavoratori esposti alla sostanza nociva hanno 12 anni di minore aspettativa di vita, rispetto al resto della popolazione nazionale. Il mesotelioma insorge per il 91,9% dei casi a partire dall’età di 55 anni.
Risulta frequente anche nelle età più avanzate: più del 30 % dei casi insorge in soggetti di età superiore a 75 anni. I casi “giovanili”, con diagnosi precedenti ai 55 anni di età, riguarda poco più dell’8% del totale. A dimostrazione del lungo tempo di latenza dei materiali tossici. Il picco dell’insorgenza, infatti, delle malattie legate all’esposizione all’amianto è atteso fra 15 anni.
La situazione è particolarmente allarmante per i lavoratori del Porto di Venezia e per i siti industriali di Venezia e dell’intera regione, anche per la segnalazione di nuovi casi di mesotelioma, che è l’unica patologia, asbesto correlata, per cui vi sono delle statistiche.
Secondo l’Osservatorio, nel corso degli anni le fabbriche di Marghera hanno coinvolto decine e decine di casi: 76 alla Montedison, 60 a Fincantieri, 26 alla Sartori Guido (realizzazione di impianti industriali), 25 alla Alumix legati alla lavorazione dell’alluminio, 34 nella Compagnia portuale di Venezia.
Ma l’incubo non è finito, almeno per ora. Stando alle ultime rilevazioni, l’amianto sarebbe ancora presente nel territorio del Veneto.
La mappatura degli edifici realizzata dall’Osservatorio ha individuato 365 immobili pubblici con presenza di amianto. Sono state censite anche le scuole venete. Su 951 controlli, in 37 casi è stata riscontrata la presenza del materiale tossico (3% del totale).
Un dato sottostimato, continua l’associazione, ma che comunque allarma per i rischi alla salute a cui è esposta la popolazione. Per questo, lo scorso febbraio, l’Ona ha inaugurato uno sportello regionale sull’amianto e un numero verde (800.034294) per rispondere alle numerose richieste di assistenza dal territorio.
L’Ona Veneto ha anche chiesto l’istituzione di un fondo per le vittime dell’amianto, che implementi quello dell’Inail (27 milioni fino al 2020 per tutta Italia), l’intensificazione dei controlli per i lavoratori esposti all’amianto, e l’emanazione di atti di indirizzo regionali per ottenere il riconoscimento dei benefici amianto per il pre-pensionamento dei lavoratori esposti all’amianto fino al 2 ottobre del 2003. —
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