La storia di Chirignago raccontata dal cimitero
Dalle tombe delle grandi famiglie alla lapide per ricordare un capitano della Marina

L’ingresso del cimitero di Chirignago
CHIRIGNAGO.
Ci sono le grandi famiglie di quello che un tempo era un paese ben distinto dal resto della terraferma. Ci sono le storie che riemergono dalle lapidi, tracce di gente arrivata da distante. Offre mille spunti di storia locale la parte vecchia del cimitero di Chirignago. Curata da Veritas, l'area racconta dello sviluppo di questa parte della municipalità. Lo stato di conservazione generale è discreto, con due cappelle antiche puntellate per gli effetti del passare del tempo. Una di questa è quella della famiglia Javazich, arrivata nell'Ottocento con un cognome che racconta di Est Europa. Ma poi ci sono altre tombe che portano nomi ancora conosciuti a Chirignago, come i Bisacco e i Saccardo, con quest'ultimo ceppo che dà il nome a una laterale di via Trieste. C'è un monumento funebre che si staglia bianco, in ottimo stato di conservazione: è quello che raccoglie le spoglie di numerosi Bisacco, tra i quali Paolo, sindaco dell'allora comune autonomo di Chirignago, morto a soli 33 anni l'1 agosto 1876: l'effige scolpita sulla lapide riporta un uomo in linea con i canoni di eleganza del tempo, compreso un splendido paio di baffi. Le statistiche offrono un quadro di 17 cappelle familiari e 8 sarcofagi tra le varie sepolture di una certa importanza a Chirignago, quello che il monitoraggio attento di Veritas non può raccontare sono le tante storie. Come quella del soldato Luigi Scandolin, sulla cui pietra tombale si può ancora leggere che è caduto il 30 agosto 1917 sulla Bainsizza, nella Prima Guerra Mondiale. O quella del piccolo della famiglia Favaro, morto a nemmeno dieci mesi l'1 ottobre 1891. Più che i nomi, però, sono le piccole vicende che si inseriscono all'interno della grande storia, come il distinto ufficiale di Marina di origine palermitana morto a Chirignago, zona di retrovie, nel 1917. Oppure la lapide addossata a uno dei muri che ricorda che lì è sepolto un fiero rappresentante della stampa cattolica a cavallo tra Ottocento e Novecento. E poi c'è la lapide di una tomba senza morto: ricorda un capitano di Marina mercantile scomparso nel mare di Corsica a inizio anni Cinquanta. (m.t.)
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