«La statuetta è osé» un maestro chiede che sia censurata

Jesolo. La scultura esposta alla mostra sull’antico Egitto Gli organizzatori: «Resta dov’è, va spiegata ai ragazzi»
JESOLO. Un’antichissima statuetta egiziana, con un dio della fertilità, giudicata sconcia da una maestro elementare che ha così inviato una mail alla mostra sull’Egitto di Jesolo lido chiedendo che l’opera sia censurata. Almeno coperta con un telo sulle parti intime.


Ovviamente la direzione ha letto la lettera accorata decidendo che non sarà toccato nulla, visto che è così da millenni. «Quando ho chiesto ai miei nipoti di disegnare qualcosa della mostra sull’Egitto di Jesolo visitata assieme il giorno prima», scrive il maestro, «il più piccolo di 9 anni ha disegnato un antico egizio con il fallo eretto spiegandomi che lo aveva visto in una teca. Per questo come insegnante vi chiedo di coprire o togliere la statuetta in questione dalla visione dei miei alunni, suoi coetanei, quando parteciperanno alla visita scolastica prenotata da tempo».


La richiesta della mail inviata al sito internet della mostra,
www.mostraegitto.com
, arriva da un insegnante residente in un piccolo comune della Carnia.


È indirizzata alla direzione della mostra che fa capo alle società produttrici e promoter, Venice Exhibition e Cultour Active. Il docente chiede di censurare, durante la visita della sua scolaresca prenotata a febbraio, la preziosa statua itifallica risalente al III secolo A.C., che troneggia nell’allestimento della mostra “Egitto. Dei, Faraoni, Uomini” del Lido di Jesolo.


«Faccio sinceramente i complimenti per la ricchezza del percorso museale realizzato a Jesolo dedicato all’antico popolo egizio, mostra ben articolata e piena d’informazioni che considero una tappa didattica importante per l’accrescimento degli alunni della scuola primaria», aggiunge, «ma non posso esimermi come educatore dall’interrogarmi se sia prematuro mostrare simili rappresentazioni della corporeità umana in palese esibizione erotica a bambini che in molti casi non ne hanno ancora piena consapevolezza. Nel dubbio vi prego di rispettare la mia richiesta che ritengo fin d’ora vincolante per la conferma della visita programmata con gli alunni minori sotto la mia responsabilità».


La statuetta risale alla prima età tolemaica, alta circa 40 centimetri e realizzata in argilla cruda e bitume, prezioso prestito museale, si trova nell’area della mostra dedicata al culto dei morti. «Nell’antico Egitto», hanno risposto gli organizzatori della mostra, «fin dall’epoca remotissima del IV millennio A.C. si venerava la divinità Min, raffigurata in varie forme, ma più di frequente con aspetto umano e il pene eretto, appunto itifallico. Rappresentava il dio della fertilità, della riproduzione, del raccolto, del principio maschile e della virilità, particolarmente venerato a Copto, nell’Alto Egitto e, fino al Medio Regno, comunemente fuso al Horus».


«Questa come altre rappresentazioni che provengono dall’antichità», precisano, «sono esempi di culto della civiltà egizia che non devono essere censurati, ma spiegati ai ragazzi nel loro valore antico importante per quel popolo. Per questo abbiamo predisposto audioguide differenziate per fasce d’età con la voce del giornalista e divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone, per trasmettere anche ai ragazzi in età scolare, grazie a concetti più semplici e a un linguaggio meno complesso, tutta la bellezza e la ricchezza dell’antica popolazione del Nilo».


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