La speranza della Moretti «Venezia a un politico Pd»
«Il futuro sindaco di Venezia? Mi piacerebbe che fosse un politico, un militante del Pd, iscritto da poco o da tanto non importa, che sappia creare comunità». L’europarlamentare Alessandra Moretti, invitata ad aprire la festa dell’Unità di Mestre, a Zelarino, non poteva sfuggire alla domanda. È stata intervistata dal direttore della Nuova Venezia, Pierangela Fiorani: il tema era l'Europa post voto e le prospettive del semestre europeo italiano, ma inevitabilmente la situazione di crisi al Comune di Venezia ha conquistato la ribalta.
Si è parlato di lavoro, sviluppo e innovazione, rapporti tra il Pd e il Movimento Cinque Stelle, sia sullo sfondo dell’Europa che più specificatamente nell’abito della politica italiana. Poi il focus su Venezia e sulla delicata questione Mose, che ha mandato all’aria la giunta Orsoni. «Ognuno deve rispondere alla propria coscienza e alla coscienza del partito», ha detto la Moretti. «Ero stata tra i primi a dire che il reato di cui “pare” fosse imputato Orsoni è diverso da quello di cui pare essersi macchiato Galan. Un conto è la corruzione sistemica, un conto un finanziamento illecito. Ciò premesso, se fossi stato lui, avrei fatto un passo indietro subito, anche perché liberarsi dall’abito di sindaco ti consente di difenderti e pure di incazzarti. Noi dobbiamo dare un segno di discontinuità: la gente non ne può più di eventi di questo tipo, la questione morale di Berlinguer non è mai stata così attuale. Venezia è una città bella, è sempre stata amministrata bene, anche dalla giunta e dallo stesso Orsoni. La sfida da vincere è quella della credibilità, il rinnovamento non deve travolgere il buono. Per fare del turismo una delle attività motore per far rinascere il Paese, bisogna puntare su città come Venezia e farò di tutto per portare in Europa il migliore Nordest».
Criteri per la scelta del sindaco? «Il metodo delle primarie non è sempre il migliore, il partito ha il dovere di selezionare la persona giusta. Il rinnovamento ci deve essere, ma mi piacerebbe fosse un politico e militante del Pd. Troppo spesso abbiamo demandato alla società civile: la politica si deve riappropriare di questo ruolo. Io candidata alla presidenza del Veneto per battere Zaia? Non ho questa ambizione, ho una grande responsabilità sulle spalle in Europa, dove c’è bisogno di una delegazione italiana forte. Se arrivasse una richiesta specifica? Sono una donna di partito, ma lo escludo, non sono l’unica risorsa del Pd. Il partito, in vista delle Regionali, deve individuare subito il candidato migliore a ottobre, Zaia è pericoloso e non si deve fare l’errore di sottovalutarlo».
Dalla Moretti arriva un monito: «Le primarie non devono essere strumento di indebolimento e di lotta interna di partito, altrimenti si perde, come a Padova e Schio».
Prima del fischio d’inizio, due parole e una birra al volo con i lavoratori del Circolo della chimica del Pd, che hanno chiesto all’europarlamentare di fare pressione sul premier perché richiami Eni alle proprie responsabilità.
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