La sorveglianza speciale per un giovane anarchico
Il questore ha chiesto la sorveglianza speciale e l’obbligo di soggiorno a Venezia, la sua città natale, per colui che la Digos veneziana ritiene essere il leader degli anarchici, quelli che da tre anni occupano l’ex Ospizio Contarini a Santa Marta. Il Tribunale presieduto dal giudice Angelo Risi ha fissato l’udienza per giovedì 30 giugno nell’aula bunker di Mestre. Se i magistrati lagunari dovessero accogliere la richiesta il 27enne Nicola Mongelli, residente a Sant’Elena, dovrebbe rientrare a casa prima che scenda la sera e dovrebbe rimanervi per tutta la notte, non potrebbe frequentare esercizi pubblici e pregiudicati, inoltre dovrebbe soggiornare nella sua abitule abitazione, in comune di Venezia. Tutto questo per due anni.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il giovane anarchico avrebbe iniziato la sua «carriera» tra le fila dei Disobbedienti, quel folto gruppo di giovani che una tempo era guidato da Luca Casarini e che ora vede come leaders Tommaso Cacciari, Michele Valentini e altri. Comincia a farsi notare già nel 2008, durante le partite del Venezia Calcio allo stadio Penzo, come tifoso sfegatato, poi nel 2009 e nell’anno successivo partecipa a tutte le manifestazioni studentesche contro l’allora ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini e i suoi decreti, occupando anche la stazione ferroviaria di Santa Lucia. Nel 2013, lascia i Disobbedienti e si schiera con gli anarchici, con il gruppo che a Padova occupa da tempo il centro sociale «Gramigna» e con loro partecipa a numerose manifestazioni, anche non autorizzate, che spesso finiscono con violenze. Contro la Tav in Val di Susa, a Parma, a Milano; contro la repressione e in solidarietà dei detenuti davanti alle carceri di Vicenza e soprattutto in più di un’occasione sotto le mura di Santa Maria Maggiore nel settembre 2013. Il 4 novembre dello stesso anno, assieme ad altri giovani veneziani, occupa l’ex Ospizio Contarini a Santa Marta e, secondo la Digos, che cita una sui intervista ad una radio privata, diventa il punto di riferimento di quel gruppo. L’anno successivo lui ed altri giovani di quell’area sono identificati come coloro che avrebbero riempito di scritte con lo spray i negozi sul Ponte di Rialto e sempre lui è uno di coloro che viene identificato come l’organizzatore della manifestazione del 5 dicembre di due anni dopo, durante la quale vengono riempite di scritte con le bombolette spray una chiesa, due banche, negozi e i muri di numerosi palazzi. Inoltre, poco prima (il 18 marzo 2015) è identificato in un’auto con altri tre italiani in partenza da Francoforte, dove i black block avevano appena compiuto numerose violenze durante un corteo contro la Banca centrale europea. Il 4 aprile dello stesso anno, infine, è tra coloro che cerca di occupare, senza riuscirci un edificio dell’Esu a Padova.
Giorgio Cecchetti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia