La sorella Anna «La colpa del gruppo è stata riconosciuta»
«Aspettiamo l’esito del processo d’appello, ma - se si può usare questa parola in questa circostanza - siamo contenti che il giudice abbia riconosciuto la corresponsabilità di tutto il gruppo di persone. Non vogliamo vendetta, ma giustizia per il male che è stato fatto a Gabriele», commenta al termine dell’udienza Anna Sinopoli (nella foto) la sorella che era con lui al momento dell’aggressione del settembre 2012. Con la moglie di Gabriele Sinopoli e l’avvocato Emanuele Fragasso si è battuta per l’omicidio preterintenzionale: «Certo mio fratello era fragile, ma proprio per questo crediamo che quell’aggressione sia stata decisiva e rimaniamo convinti che non volessero ucciderlo, ma che di omicidio preterintenzionale si sia trattato. Comunque, non vogliamo vendetta, ma giustizia e ci soddisfa che il giudice abbia riconosciuto la responsabilità in concorso di tutti gli imputati». (r.d.r.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia