«La soluzione è semplice: una rotatoria all’incrocio»

MESTRE. Il tratto compreso tra la fine di Ca’ Noghera e il Montiron, poco prima del confine con il comune di Quarto e la via Sant’Eliodoro che porta al Museo Archeologico di Altino, è uno dei nodi più neri della viabilità comunale. Vuoi perché le auto prendono velocità prima della curva e del cavalcavia sul Dese, in entrambe le direzioni, vuoi perché è difficoltoso accedere alle attività limitrofe. Mercoledì l'ennesimo incidente mortale: un furgoncino è finito contro una betoniera, tra le lamiere ha trovato la morte Bonfiglio Burato, 67 anni, abile carrozziere di Ponte Crepaldo, vicino ad Eraclea.
Le condizioni meteo al momento dell'incidente erano buone, l’asfalto non era bagnato, ma la dinamica non cambia il risultato. In quel tratto di Triestina un giorno sì e uno anche, la polizia deve intervenire, specialmente in estate quando il traffico aumenta notevolmente.
«Al di là di come si sono svolti i fatti», spiega l'assessore alla Mobilità, Renato Boraso, «è un punto pericoloso, sia in arrivo che in andata: non passa un mese che non ci sia un incidente grave. Con Anas ne abbiamo discusso la settimana scorsa, a margine del by-pass di Campalto, a fine mese si terrà un incontro, discuteremo della sicurezza di quel tratto, compresa l’ipotesi di realizzare una rotonda: adesso bisogna accelerare questo incontro con Anas. È inutile che ci nascondiamo, al di là della dinamica, perché ogni incidente è a sé, questa è una riprova della necessità di intervenire».
A chiedere che la strada venga messa in sicurezza, da anni oramai, è Loris Berardinelli, titolare del Country House Country Club, che si trova proprio poco prima di via Sant’Eliodoro: i clienti, quando entrano nella laterale della Triestina devono mettere la freccia in anticipo, per evitare di essere tamponati. Ma il problema vero e proprio si verifica all’uscita, quando le auto devono svoltare in direzione Mestre e si ritrovano in mezzo al traffico da e per Jesolo, rischiando la vita. Solo un mese fa è stata avviata una raccolta firme, lanciata dall’ex presidente di Favaro, Ezio Ordigoni, per mettere in sicurezza il punto più nero della viabilità comunale.
Da qui l’urgenza di realizzare una piccola rotonda tra la statale e via Sant’Eliodoro, la strada che poi porta al Museo di Altino, per rallentare la velocità. L’obiettivo è aprire un tavolo tecnico dove valutare gli interventi più opportuni e possibili in tempi celeri, considerando anche eventuali slarghi nell’accesso alla statale 14.
Anche il sindaco di Quarto d’Altino, Claudio Grosso, si è detto disponibile a partecipare al coordinamento. «È troppo tempo che segnaliamo questo disagio», interviene Ordigoni, «Specie adesso che vogliamo rilanciare il Museo, la gronda lagunare, e far arrivare turisti nell’area al confine tra Venezia e Quarto, non possiamo avere di questi tumori. È urgente entrare nel merito, poi saranno i tecnici a decidere cosa è meglio e visto che si deve riprendere in mano la rotonda di Tessera e si realizzerà il by-pass di Campalto, questa dev’essere l’occasione per intervenire immediatamente in quel tratto di statale».
«Quanti morti dobbiamo aspettare prima che qualcuno faccia qualche cosa?». È la domanda che torna incessante tra i residenti e gli automobilisti.
A luglio lungo quel tratto di statale erano scivolati sull’asfalto due giovani, che avevano perduto il controllo della moto, entrambi ricoverati in prognosi riservata. La Triestina era rimasta chiusa per un’ora e mezza. In autunno un lungo lo stesso tratto in un incidente tra auto e camion un ventisettenne era finito in Rianimazione. Negli ultimi cinque anni, in troppi hanno visto i propri sogni spezzati in quel tratto.
Tra gli incidenti mortali quello in cui ha perduto la vita Nicole Lorenzon, 26 anni, di Chiarano. Poco oltre, sulla curva del Montiron, nel 2010 era morta Martina Rosso, 39 anni, giovane mamma. A gennaio del 2013 la stessa sorte era toccata a Giulia Salviato, 32 anni appena, finita addosso ad un camion mentre si recava al lavoro a Ca’ Tron di Roncade, alla H-Farm. Ad inizio agosto dello stesso anno a perdere la vita era stata una vigilessa di Jesolo, Marta Anna Primiceri, 39 ann
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