La sinistra si spacca su Garbin
CAVARZERE. «Perché il sindaco Tommasi non fa dimettere Garbin?». In nemmeno due giorni la polemica sulle esternazioni «razziste» del consigliere comunale del gruppo Sinistra ecologia e libertà (Sel) Angelo Garbin, detto “Maestron”, è diventata una polemica contro l'amministrazione comunale. Uno sviluppo solo apparentemente “naturale”, che evidenzia, però, le spaccature nel mondo politico cavarzerano.
Uno dei primi a tirare la giacca al sindaco, infatti, è stato il neo commissario del Partito democratico, Maurizio Barberini, che sta tentando di comporre gli scontri nel Pd cavarzerano. Non sarà facile. Dato che, ad esempio, i consiglieri Pd hanno già difeso Garbin dalle ire della Lega, in consiglio comunale, affossando l'ordine del giorno del Carroccio contro di lui e votandone un altro che condanna, esplicitamente ma genericamente, la violenza e la sopraffazione sulla donne. Molto più critica, invece, è la corrente, che oggi si definisce renziana, di cui fanno parte i due assessori estromessi dalla giunta. Ma la legge dà al sindaco potere sugli assessori, non sui consiglieri.
E, infatti Tommasi, attaccato su questo punto anche dalla Lega, ribadisce la sua posizione conforme a quell'ordine del giorno («No alla violenza verbale di qualsiasi provenienza) ma si limita ad auspicare che Garbin «faccia chiarezza». Lui, comunque, anche a fronte delle richieste di dimissioni provenienti da esponenti del suo partito (ad esempio il circolo Sel «Pasolini» di Venezia), dice che resterà al suo posto. Ma i cavarzerani come l'hanno presa? I commenti di piazza sono i più disparati: da chi ci ricama su nuove battute a sfondo sessuale, a chi si rammarica della figura fatta dalla città, a chi gli attribuisce la “colpa” ma non il “dolo”. E qualcuno si spinge oltre: «Se il Maestron fondasse un partito, famoso com'è, prenderebbe un sacco di voti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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