La sinistra Pd verso il congresso «Prima le idee, poi spazio ai nomi»
«Il punto di vista lo si costruisce dentro la discussione, non si può partire avendo in tasca le soluzioni: prima dei nomi degli organismi e dei dirigenti deve aprirsi la stagione del pensiero condiviso». È con questo spirito che ieri mattina nella sede del Pd di via Cecchini il responsabile Sanità e welfare Pd metropolitano di Venezia, Gabriele Scaramuzza, ha illustrato il documento collettivo, firmato da circa un centinaio di nomi del partito e frutto di una intensa e capillare riflessione, che si propone di animare la discussione dentro e fuori il Pd, dentro e fuori il Congresso straordinario alle porte, partendo da alcune evidenze: il fallimento del partito alle amministrative, l’astensionismo galoppante, la necessità che tutti i circoli abbiano pari dignità e l’urgenza di ragionare in ottica di area vasta.
A fianco a Scaramuzza, ieri, c’erano diversi esponenti del Pd, tra cui Roberto Montagner per il Veneto Orientale, Alberto Favaretto (Marcon), Michele Bedin (Riviera) e molti altri. Il documento porta un centinaio di firme della “Sinistra del Pd”. Scorrendole troviamo Paolo Anastasia, Lionello Pellizzer, ma anche Michele Mognato, Delia Murer, Alessandro Quaresimin, Laura Fincato. E ancora il deputato Davide Zoggia, Sandro Simionato, Emanuele Rosteghin, Gianluca Trabucco.
«È l’inizio di un percorso», spiega Scaramuzza, «vogliamo ripartire dai contenuti, provare ad animare una discussione che metta in moto tutti: ci auguriamo che attorno a questo documento cresca il consenso e ci si confronti. Il Congresso straordinario esige uno scatto in avanti, prima delle primarie sui nomi, servono le primarie delle idee. Per costruire una comunità politica, occorrono più documenti e un po’ di “confusione creativa” non guasta». Ponendo che a breve venga convocata la direzione metropolitana e si apra la fase dei contributi programmatici, i mesi di dicembre, gennaio e febbraio saranno utilizzati per far conoscere il “pensiero dei 100” a circoli e zone territoriali, organizzare iniziative, pubblicarlo online, condividerlo su Facebook, con i sindacati, le università le forze sociali.
«La fase di confronto è aperta a tutti», precisa Scaramuzza, «non posso credere che sui nodi che riguardano la città metropolitana ci siano verità a priori». «Potrebbe diventare una mozione», fanno intendere, «o anche la base programmatica del Pd assieme ad altri, una parte di ciò che sarà lo deciderà il percorso».
A questo punto il congresso slitterà quanto meno a marzo. «Noi crediamo in un partito che sia strumento di partecipazione, di formazione civile, di impegno individuale e collettivo, e di selezione democratica della classe dirigente», si legge nell’incipit. «Serve promuovere le “primarie delle idee e dei progetti” prima di quelle amministrative. La redazione del Piano strategico deve essere un’opera collettiva di pensiero». Fondamentale la discussione sulla città metropolitana e il modello di sviluppo del territorio.
Il documento elenca i temi impellenti: la sfida economica, la sfida dell’innovazione, dei servizi alla persona, della produzione culturale e dell’economia del turismo e non meno importante la sfida ambientale. E poi una proposta forte: «Venezia città metropolitana, che attraverso la storia si è costruita come luogo dell’incontro e crogiolo di identità religiose e culturali è chiamata a dare il proprio contributo affinché tutto ciò possa avvenire. La nostra città e il nostro territorio sono naturalmente portate ad offrirsi come spazio aperto al mondo con atti concreti: Venezia diventi sede permanente della “Biennale delle religioni e della pace” cui partecipino non solo i capi di stato e dei governi, bensì i popoli, i credi religiosi, le culture del mondo».
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