La sepoltura di cani e gatti possibile nel giardino di casa
Entra in vigore domani il nuovo regolamento comunale. Fino a oggi era un gesto d'affetto, ma illegale

Un gatto sul bordo di un ponte davanti al Bacino di San Marco A fianco alcuni cagnolini
MESTRE. In molti hanno sepolto nel giardino di casa, il cane o il gatto compagni di una vita: un gesto d'affetto, ma illegale. Ora non lo è più. Lo prevede, infatti, l'articolo 9 del nuovo «Regolamento comunale di affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri»: ceneri di defunti umani, ma anche resti dei loro amici animali. Il regolamento, infatti, autorizza non solo il seppellimento del «fu» Fido o Micio in aree di proprietà del padrone, ma pure che si potrà disperderne le ceneri in natura, nelle stesse aree cimiteriali o aree riservate dal regolamento agli umani. Dal punto di vista formale, il regolamento entrerà in vigore domani. In realtà, bisognerà attendere ancora qualche settimana perché diventi operativo, con la definizione delle tariffe del nuovo servizio funebre, che ha normato una pratica - come quella della dispersione delle ceneri in natura - richiesta da molti, ma sinora assolutamente vietata.
A breve non lo sarà più, né per gli umani né per gli animali (cavalli esclusi, che non rientrano tra gli animali di «compagnia e d'affezione»): si tratta solo di definire quanto si dovrà pagare ai servizi cimiteriali comunali. Il nuovo regolamento prevede che le ceneri (dei defunti umani) possano essere sparse nei «Giardini del ricordo» individuati nei cimiteri di San Michele, Mestre e Marghera, in aree private (all'aperto) con il consenso dei proprietari e in natura (e quest'ultime valgono anche per le ceneri degli animali) in un'area del Bosco di Mestre (Bosco di Zaher, dietro al monumento commemorativo), in mare a 700 metri dalla costa, nella laguna nord retrostante il cimitero di San Clemente. Per quanto riguarda gli animali domestici, se non sepolti in una proprietà privata (previa autorizzazione del medico veterinario del Servizio Asl 12, che escluda qualsiasi pericolo di malattia infettiva trasmissibile a uomini e animali), vanno cremati presso le strutture autorizzate (ce n'è una a Padova).
Il Comune ha pensato a tutto. Così, l'ultimo comma prevede l'addio più «filmico», padrone e animale uniti nell'aldilà, non senza un singolare burocratico sdoppiamento temporale: «La dispersione non può avvenire in maniera congiunta con quella del proprietario dell'animale, ma può essere effettuata nello stesso luogo e nella stessa data in cui avviene quella del proprietario, secondo volontà del defunto». In questo caso, assicurano in comuni, per l'animale non si pagherà nulla.
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