«La seconda pista va programmata» Marchi sfida tutti
FAVARO. «Probabilmente il tema della seconda pista riguarderà i nostri nipoti, non ho mai detto che non servirà: o si fa una seria programmazione o accadrà come con il Passante prima e adesso con le grandi navi, e verrà fuori il “Passante 3 la vendetta”». È partito in quarta il presidente di Save, Enrico Marchi, ieri sera a Favaro per presentare il Piano di sviluppo dell’aeroporto Marco Polo con tutto il suo staff. A farlo irritare si sono impegnati i consiglieri del Pd, che al mattino hanno illustrato il volantino che stanno distribuendo nelle case della frazione di Tessera, firmato anche dai parlamentari Michele Mognato e Andrea Martella e presentato dal consigliere comunale Gabriele Scaramuzza, dal provinciale Lionello Pellizzer, dalla segretaria del circolo di Tessera, Giuliana Blasigh. Volantino nel quale si dice che Marchi e Save hanno un atteggiamento padronale e arrogante e che alla luce dell’alleanza con il Catullo, il master plan va ritirato, che il gruppo di lavoro promesso non è stato realizzato, che dell’asilo di Tessera non si è più fatto più nulla e via dicendo.
«Recenti avvenimenti ci hanno fatto capire che nelle infrastrutture bisogna programmare a lunghissimo termine», dice March, «altrimenti succede come con il Passante di Mestre: chi avrebbe detto che serviva trent’anni fa? Poi però cosa è successo? Adesso il tema si ripropone sulle navi: sappiamo che arrivano a Venezia, che aumentano, ma qualcuno si è posto il problema dieci anni fa di scavare un canale alternativo?Di costruire un terminal passeggeri a Marghera? E il Terminal alla Marittima? Adesso lo disfiamo e ne facciamo uno nuovo? Fare e disfare? Non è così che si fa, nelle infrastrutture si deve programmare. Seconda pista sì o no è un tema che riguarderà i nostri nipoti e figli, ma io mi sento in dovere di programmare convenzioni perché non venga fuori tra vent’anni un “Passante 3”, dopo la gomma e l’acqua, quello che riguarda l’aria. Lasciamo un corridoio verde e vediamo se ci sarà bisogno di fare la seconda pista. Poi, se tra vent’anni sarà necessario ok, se invece non servirà perché gli aerei decolleranno in verticale, vorrà dire che noi abbiamo conservato un pezzo di territorio e avremo un polmone verde per fare altre cose».
Marchi ha poi parlato della direzione che sta prendendo Venezia, della volontà di puntare sui voli intercontinentali che pagano in termini di volume di traffico. Nella presentazione del Masterplan è rimasta l’alta velocità a Tessera e la sublagunare. Qualcuno ha fatto notare che il dibattito sull’alta velocità ha portato a decisioni diverse e che il tracciato in trincea sotto la gronda è stato cassato: «Non ho capito il percorso finale dell’alta velocità e credo che nessuno lo abbia capito», ha precisato Marchi, «a Roma c’è un tragitto, in Regione altro, in Comune un altro ancora. A noi Ferrovie dello Stato ha presentato un progetto nel 2001, che era un buon progetto, ed era stato giudicato fattibile il tracciato litoraneo sotto la gronda: la fragilità della laguna va affrontata con serietà, sentendo esperti, non falsi ecologisti».
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