La Rizzato chiede il concordato

Mogliano. 37 dipendenti della fabbrica metalmeccanica ora rischiano il posto

MOGLIANO.

La Rizzato Nastri D'Acciaio chiede il concordato, futuro a rischio per i 37 dipendenti della storica fabbrica metalmeccanica moglianese. Sarà un Natale amaro per una quarantina di famiglie: «C'è un ritardo di due mesi sull'anticipo della cassa integrazione» denuncia Franco Baggioli della segreteria provinciale Fiom «e i lavoratori rischiano di rimanere senza tredicesime». Il futuro della Rizzato è ormai scritto nelle procedure fallimentari. «La proprietà» spiega Baggioli «ha consegnato la richiesta di concordato al Tribunale di Milano il 7 novembre scorso». Ieri mattina in assemblea si è parlato anche di questo. Dopo l'acquisizione, alcuni anni fa, da parte della famiglia Montrasio, la sede legale della Rizzato è stata trasferita a Desio in provincia di Monza e Brianza. Qui si trova anche la Lima spa (Lavorazione Italiana Metalli e Affini), altra azienda siderurgica della stessa proprietà, che per ora rimane in piedi. «Da febbraio» spiega Baggioli «alla Rizzato è stata utilizzata la cassa integrazione straordinaria, fino a luglio era a rotazione, si è lavorato a regime ridotto. Dopo le ferie l'attività si è fermata completamente». Tra le motivazioni dell’epilogo, la grave crisi del settore siderurgico e le difficoltà gestionali dal punto di vista finanziario. Ieri mattina il futuro dell'azienda è stato al centro dell'incontro con i lavoratori: «La Rizzato è una delle poche aziende in Italia nell'ambito della siderurgia di seconda lavorazione» precisa il sindacalista Fiom «potrebbero esserci interessamenti per far ripartire la produzione dei nastri laminati in acciaio. Così ci è stato riferito dalla proprietà ma siamo in attesa di conoscere chi siano questi soggetti». Entro sessanta giorni dalla richiesta di ammissione al concordato preventivo, l'azienda dovrà ora presentare un piano di liquidazione. (m.mar.)

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