La rivoluzione dei Velocar riscatena le polemiche
Velocar, la rivoluzione degli impianti annunciata dalla polizia municipale scatena immancabili polemiche. Lo spostamento dei dispositivi automatici che sanzionano le infrazioni ai semafori e che da marzo saranno attivi in via Ancona, viale San Marco, in via Tito sulla Castellana, in via Borgo Pezzana sul Terraglio e in via Fratelli Bandiera all’incrocio con via Cruto, fanno discutere. Restano in funzione, lo ricordiamo, anche quelli di via Orlanda (incrocio via Gobbi) a Campalto, al semaforo davanti alla stazione di Mestre e di via Miranese (all’altezza di via Calabria). Non è tanto sull’utilità di strumenti elettronici per multare chi passa con il rosso ai semafori che cittadini, associazioni di consumatori e automobilisti alzano la voce, parlando dell’ennesima manovra “per fare cassa” da parte del Comune di Venezia. Ad infastidire sono le multe che scattano anche se ci si ferma con l’auto sopra la linea bianca che delimita gli incroci. Sanzioni, per il Comune, confermate da recenti sentenze dopo i ricorsi vinti dagli automobilisti fino a luglio 2013. «Non è mica detta l’ultima parola, per noi quelle multe sono sbagliate ma si gioca molto sul fatto che il cittadino preferisce pagare che imbarcarsi in una causa», dice Carlo Garofolini che per l’Adico ha patrocinato vari ricorsi. «Certo, i Velocar sono una chiara dimostrazione di come è facile fare cassa sulle spalle degli automobilisti. Perché non installano i contasecondi ai semafori che chiediamo da tempo?».
E Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori, continua: «I Velocar possono servire in incroci ad alto traffico e con forte passaggio di pedoni, per tutelare la sicurezza di questi ultimi. La multa a chi si ferma oltre la linea bianca dell’incrocio è invece una delle più grandi fesserie della storia e noi la contestiamo decisamente», dice. Sui contasecondi, chiesti a gran voce anche da tanti cittadini, la Polizia municipale di Mestre ricorda che questi dispositivi di fatto non si possono utilizzare: nel 2010 la revisione del Codice della strada ha aperto la porta all’uso dei contasecondi con un confronto Stato-autonomie locali ma poi non se n’è fatto nulla e manco sono arrivate le omologazioni del Ministero ai dispositivi. E senza omologazione, non si possono usare.
Esperienze americane mostrerebbero non un calo ma un aumento di incidenti ai semafori, causato dall’attenzione rivolta da chi guida al countdown in corso più che a chi c’è davanti. La consigliera di Forza Italia Lavini ne aveva chiesto l’acquisto ma poi non se n’è fatto nulla.
«La sicurezza degli utenti della strada è una priorità anche per l’Aci», avverte il presidente dell’Automobil Club di Venezia, l’avvocato Giorgio Capuis. «Ogni qualvolta apprendiamo la notizia di nuovi autovelox o Velocar installati sul nostro territorio, sorge il dubbio che l’intento sia quello di utilizzare questi strumenti per fare cassa, considerati i gravi problemi di bilancio che hanno i Comuni. Se la sicurezza è il vero e unico obiettivo, si reinvestano i proventi delle sanzioni, come è giusto e previsto dalla legislazione vigente, per rendere più sicure le nostre strade». Infine la richiesta alla politica di investire nella manutenzione della viabilità: «Quanto dovremo aspettare per vedere le buche ricoperte di asfalto?».
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