La risposta dei “don”: «Il Patriarca non può abolire il titolo di monsignore»
VENEZIA. “Monsignore… ma non troppo”. Era un episodio della saga di don Camillo e Peppone. «Ben si addice a noi, ex monsignori». Esordisce così Giuseppe Camilotto, arciprete della Cattedrale marciana. E non è il solo prelato. In questi giorni, in sacrestia, tra i canonici serpeggia amarezza e ilarità. «L’estate porta leggende metropolitane di vip e politici. Ora ha toccato la basilica patriarcale metropolitana con il corteggio dei monsignori degradati».
Sulla questione i sacerdoti sono andati a cercare fonti. Hanno trovato Bolle papali. «Noi canonici abbiamo ricevuto l’onorificenza da quattro Sommi Pontefici, Pio VII, Pio IX, Paolo VI, Giovanni XXIII». Il sacerdote Camilotto dice: «La bufala del momento è che il patriarca Moraglia non ha mai firmato un decreto per depennare il titolo di monsignore. È vero piuttosto che si rivolge a noi con il don». Spiega: «Nel 1860 papa Pio IX ha concesso il titolo di Protonotari Apostolici ai canonici residenziali e onorari di San Marco e ai loro successori. Concessione mai abrogata».
Ancora: «Nel 1969 la Segreteria di Stato di Sua Santità Paolo VI ha emanato un’Istruzione circa le vesti, i titoli … dei prelati di ordine minore. Al numero 26 si legge: “I Protonotari Apostolici soprannumerari, cioè i canonici di San Marco, possono fregiarsi del titolo di Monsignore preceduto da Reverendo”. Qualsiasi decisione», continua l’arciprete, «di abolire il titolo non è fattibile secundum jus». Lo scorso 25 aprile il Patriarca ha firmato lo statuto dei canonici della Basilica rievocando la Bolla di Ss Pio VII del 1821 e successiva integrazione di Ss Giovanni XXIII del 1962: «Il capitolo è costituito dai canonici effettivi. I canonici prelati, durante munere, sono Protonotari Apostolici Soprannumerari per privilegio concesso da S.S. Pio IX con la bolla Romana Ecclesia del 1860. L’incongruenza è palese. È opportuno un parere della congregazione del clero».
Camilotto conclude con parole di speranza: «Sul solco della linea di sobrietà del Papa saluto ben volentieri una revisione senza ambiziose prospettive sfoltendo titoli, cerimoniali e nuove pariglie. Ad esempio nelle celebrazioni solenni siamo obbligati ad andare a prendere bardati il Patriarca. Il Papa, grande dono, è devoto alla Madonna dei Nodi. Anche a San Marco ci sono 100 nodi da sciogliere, sono i poveri che mi arrivano. E 20 milioni di turisti. Per loro quest’anno non è stato diffuso il saluto multilingue».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia