La “riscossa civica” di De Bortoli «Persone consapevoli in Europa»

Il giornalista bellunese ieri da Ubik ha presentato il suo nuovo libro  «Dare potere ai giovani e investire sull’educazione contro il declino» 

l’incontro

Doveva essere un firma copie, si è trasformato in un “salotto di conversazione”. Con un interlocutore d’eccezione: Ferruccio De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, ora a capo di Longanesi. Il giornalista di origini bellunesi ha presentato il suo nuovo libro, “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica” alla libreria Ubik. Volume di una speranza che deve muovere da un cambio netto: la riscossa civica. «Per salvarci dal declino economico e morale del nostro Paese, dobbiamo investire sul futuro e sull’educazione», spiega De Bortoli. Una “riscossa civica” con un ruolo centrale ricoperto dai giovani: «Dobbiamo dare loro più potere. L’Italia condivide con la Grecia la prima posizione delle condizioni politiche più punitive per i ragazzi». Una responsabilizzazione che non riguarda solo loro: «Oggi si vota per l’Europarlamento. Dobbiamo mandare a Bruxelles persone che sappiano di cosa si occuperanno». La politica negli ultimi anni è cambiata: «Il rappresentate eletto deve godere di un’autonomia di decisione, senza chiedere conto al web. Non dobbiamo eleggere fantocci del nostro volere, ma politici che di fronte alla sostanza delle cose decidano per il meglio. E poi dobbiamo guardare la Rete con più distacco: la consideriamo espressione del popolo di riferimento, quando in realtà è il riassunto delle posizioni più estreme». Quindi, il passaggio verso gli italiani: «Nel mio libro parlo di tante storie di italiani che hanno avuto successo all’estero. Comincio proprio da questa terra fino ad arrivare negli Stati Uniti. All’estero, l’Italia è considerata inaffidabile, mentre degli italiani si ha tutt’altra opinione».

L’ultimo pensiero è una speranza: « Dobbiamo integrare chi arriva, nel rispetto delle nostre tradizioni e della nostra cultura. Ma un diritto è tale non solo quando si conosce, ma anche quando viene applicato». —

Laura Berlinghieri

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