«La ripresa da noi non è ancora arrivata»

Lo studio dell’associazione artigiani Miranese: in un anno occupazione scesa ancora del 10 per cento

MIRANO. «La ripresa? Non c’è e se c’è, qui non si vede». L’allarme è degli artigiani del Miranese: l’occupazione continua a diminuire e il fatturato sta tenendo solo perché le imprese hanno meno dipendenti e, dunque, meno costi. Per l’associazione di categoria, che conta circa 1.100 imprese associate nel comprensorio, il punto è uno: non si può parlare di ripresa se le imprese non tornano ad assumere. E nel Miranese i posti di lavoro non aumentano, anzi continuano a scendere in picchiata.

La fotografia emerge da un’indagine condotta dall’Associazione artigiani del Miranese sul proprio comparto principale, quello legato alla casa: edilizia, dipintura, impiantistica e serramenti. Confrontando i dati di settembre con quelli dello stesso mese di un anno fa, emerge come i fatturati siano pressoché stabili, ma l’occupazione scesa del 10%. Se si allarga l’intervallo fino all’inizio della crisi, dal 2009 al 2015, il crollo è addirittura del 50%. Molte imprese, per sopravvivere, hanno dovuto ridurre all’osso i propri organici e alcune storiche realtà restano a galla solo perché non hanno più dipendenti. Un esempio è la ditta di Nicola Cazzin, impresario edile di Mirano che è anche capo-categoria dell’associazione: nel 2008 contava 12 persone, ora con lui ci sono solo due lavoratori. «La conseguenza è che la mole di lavoro è aumentata a dismisura», spiega, «e si lavora di più per guadagnare di meno. Tutta la settimana si sta in cantiere e ci si trova la sera o nel weekend a sistemare carte e preventivi. Oggi tutti parlano di ripresa, ma ripresa è quando si assume, invece in questo settore c’è ancora paura. Il lavoro aumenta molto lentamente e non ci sono possibilità per nuove assunzioni. A me, per esempio, servirebbe una persona, ma non ho rassicurazioni a lungo termine: non c’è spazio per gli apprendisti e dunque si blocca anche la formazione dei giovani».

Andrea Dal Corso, che ha condotto l’indagine, aggiunge: «Più che parlare di ripresa, in questo settore stiamo galleggiando. Il problema è proprio la mancanza di prospettiva: se un lavoratore va in pensione l’impresa preferisce non sostituirlo». Ago della bilancia, per Dal Corso, sono gli sgravi fiscali: «Stanno dando respiro, ci sono categorie, come i serramentisti, che senza non sopravvivrebbero. Ma non è chiaro se le agevolazioni saranno permanenti. Annunciare sgravi anno per anno non permette la programmazione». (f.d.g.)

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