La riforma non decolla concerto con protesta
Anche il Conservatorio Benedetto Marcello ieri è sceso in piazza - a suo modo, con un concerto tenutosi a Palazzo Pisani, sede dell’istituzione, in una sala concerti gremita - per la giornata nazionale di protesta dei Conservatori italiani per la riforma ancora inattuata, dando anche lettura del documento unificato dei direttori, presidenti e studenti dei Conservatori italiani.
Una riforma iniziata 16 anni fa e mai completata. Per questo, per fare chiarezza sul ruolo degli istituti musicali, sul reclutamento dei docenti e sulla sempre difficile dinamica tra istituzioni pubbliche e private, direttori, presidenti e studenti degli atenei musicali d’Italia hanno deciso di indire un’agitazione su tutto il territorio nazionale che in ogni conservatorio assumerà forme proprie.
Ogni Conservatorio d’Italia ha organizzato forme autonome di protesta, attraverso concerti e conferenze. Al Benedetto Marcello è stata l’orchestra sinfonica guidata da Maurizio Dini Ciacci a tenere un concerto sinfonico con musiche di Gluck, Mendelssohn, Schubert. Durante il concerto il direttore, professor Franco Rossi, ha spiegato il senso dell’agitazione leggendo il documento stilato dalle tre conferenze riunite e firmato a Roma a fine gennaio.
«Le conferenze nazionali dei presidenti, dei direttori e dei presidenti delle consulte degli studenti dei Conservatori statali e non statali, riunite congiuntamente a Roma nella sede del Ministero dell’Università e Ricerca il 27 gennaio 2016» recita tra l’altro il documento «esprimono la più grande preoccupazione per la situazione del sistema dei Conservatori statali e non statali italiani e più in generale per la formazione musicale nel nostro Paese. In particolare si lamenta il blocco, in atto ormai da anni, del processo di riforma del sistema avviato dalla Legge numero 508 del 1999 cui si accompagna una grave carenza di risorse pubbliche».
C’è poi il documento dei direttori di conservatorio che mette a fuoco ulteriori questioni irrisolte.
«La Conferenza nazionale dei direttori dei conservatori di Musica» si legge «esprime il proprio sdegno per il comportamento tenuto finora dal Ministero riguardo al mancato processo di attuazione della riforma del sistema Alta formazione artistico-musicale. Sono già trascorsi oltre 16 anni senza l’emanazione degli importanti decreti attuativi previsti. Si assiste a un continuo rinvio di qualsiasi provvedimento sul reclutamento, che di fatto ha impedito di valorizzare al meglio le competenze e le professionalità già esistenti, con la conseguenza di creare continue sacche di precariato, nel mentre le istituzioni private agiscono totalmente libere da vincoli e regole e con canali privilegiati per il loro accreditamento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia