La ricetta per salvare M9: un museo a misura di famiglie e bambini con biglietti più bassi e tanti laboratori
MESTRE. Il museo del Novecento (M9), è pronto a ripartire. Riaprirà non appena il governo darà il via libera alle visite, sospese per l’emergenza Covid-19. E sarà un museo nuovo, rivolto più ai bambini e alle famiglie che ai turisti, con prezzi più contenuti (10 euro al posto di 14 per il biglietto singolo), con più laboratori e incontri. «Vogliamo che sia una casa aperta per tutta la città», dice il presidente della Fondazione di Venezia, Michele Bugliesi, creando un’aspettativa, e prendendosi un bel rischio, viste come sono andate le cose fino a oggi dalle parti di M9.
Va riconosciuto che però ora sembra esserci un progetto, una programmazione in corso per il prossimo triennio, obiettivi - e percorsi per raggiungerli - più chiari e definiti. Almeno nelle intenzioni. Perché poi il giudizio spetta ai visitatori. Le linee della ripartenza sono state tracciate ieri, in un incontro promosso dallo stesso Bugliesi insieme al nuovo direttore scientifico, Luca Molinari, e al consigliere delegato per l’innovazione, Fabrizio Renzi.
La premessa spetta Bugliesi: «In questi mesi di stop abbiamo rivisto dalle fondamenta scopi, articolazioni e attività, e modello di gestione di M9, ora siamo pronti».
In questi mesi ci ha lavorato Molinari, con la squadra di curatori già presente in M9. Sul fronte della mostra permanente è in fase di realizzazione una revisione dell’allestimento, un adeguamento dell’attrezzatura tecnologica, del percorso espositivo (nella sezione dedicata alla medicina farà la sua comparsa anche il Covid 19, che pre appartiene a questo secolo).
Molto sarà investito sui laboratori, per i ragazzi ma anche per gli adulti, e sulla produzione di contenuto attraverso M9Edu (contenuti rivolti alle scuole su temi come l’ambiente o il progresso tecnologico). Nel primo anno di apertura le scolaresche hanno rappresentato il 30% dei visitatori e l’obiettivo è quello di aumentare questa percentuale.
Nuovo impegno è atteso anche per la didattica a distanza (in questa fase di pandemia, ma anche per il futuro), con un nuovo sito, lo sbarco sui social dei giovanissimi come tik tok. E un programma sarà dedicato ad avvicinare le comunità straniere alla storia del Novecento italiano. A voler tracciare una rotta si può dire che M9 voglia sempre di più lavorare alla produzione di contenuti. E non solo per l’esposizione.
Al terzo piano, il luogo riservato proprio alle temporanee, si aggiungeranno gli spazi dei piani intermedi. Nel 2021, in concomitanza e in collaborazione con la Biennale di architettura, ci sarà una mostra dedicata alle realizzazioni dello studio tedesco Sauerbruch Hutton, che ha firmato anche M9. Protagonista, come sempre nei lavori firmati dalla coppia, sarà il colore.
Filo conduttore di una serie di altri laboratori. Poi le due mostre satelliti. Ad aprile, ad esempio, ci sarà una mostra dedicata agli alberi (trenta alberi e trenta storie, affidate ad altrettanti scrittori) con le illustrazioni di Guido Scarabattolo. Dal 2022 le grande mostre. «Una trilogia, una all’anno, dedicata ai grandi luoghi comuni degli italiani (gusto/cibo, musica). E una trilogia di natura territoriale», spiega Molinari, «che toccherà temi come il disegno industriale dal ’45 a oggi a Nordest, e il paesaggio contemporaneo in Veneto».
Uno spaccato sul design - basta andarsi a vedere i premi dati negli ultimi anni, e nell’ultima edizione, del Compasso d’oro per capire quale sia il peso del Nordest, spesso incapace di raccontarsi - che dovrebbe coinvolgere anche molte aziende.
Sono cinque invece i progetti sui quali sta lavorando Renzi e riguardano la revisione energetica (le installazioni presenti sono energivore) «per creare il primo grande museo a impatto zero», la revisione della biglietteria (con l’analisi dei dati dei visitatori), la revisione della struttura tecnologica e degli audiovisivi. «Capire chi sono i nostri visitatori», dice Renzi, «ci aiuterà a calibrare servizi e programmazione».
Della revisione del distretto M9 fa parte anche il chiostro, oggi desolatamente vuoto. Resistono La libreria “Il libro con gli Stivali”, e il negozio di abbigliamento sportivo Legea. Gli spazi del chiostro ospiteranno un centro direzionale – in passato si era parlato dell’interesse di una grande compagnia di assicurazioni, trattativa mai confermata – e contatti sarebbero già in corso. Lo spazio centrale, la piazzetta, sarà invece più collegata alle attività di M9. —
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