La Regione finanzia Emergency

Centro per la maternità in Afghanistan intitolato a Valeria Solesin

A pochi giorni dal primo anniversario della strage di Parigi e della morte di Valeria Solesin, si moltiplicano le iniziative per non dimenticare la ricercatrice veneziana. Il governatore Luca Zaia ha confermato la decisione di ricordarla con un aiuto concreto al centro sanitario che Emergency le ha intitolato in Afghanistan. «Ho incontrato i suoi genitori dopo la strage del Bataclan e ho confermato loro il desiderio mio e della giunta regionale di onorare Valeria, non tanto con un segno simbolico, ma con un gesto concreto che fosse coerente con il suo spirito, impegno sociale e desiderio di promuovere le donne e la maternità. Ho chiesto ai genitori di indicarci una iniziativa da sostenere, e ci hanno suggerito di contribuire alla realizzazione del centro di maternità di Anabah sulle montagne del Panjshir, che l'organizzazione di Gino Strada le ha già intitolato. Ben volentieri abbiamo aderito», conclude Zaia, «e credo che contribuire al funzionamento del centro che aiuterà le donne e la vita nascente, sia il modo migliore per non dimenticare Valeria e rendere perenne la memoria del suo progetto di vita». Emergency dovrà presentare il progetto operativo, sul quale peraltro c'è già un accordo di massima tra le parti, e la giunta regionale sta predisponendo gli atti per definire il contributo all'acquisto della dotazione strumentale del centro di maternità ad Anabah, inserendolo nei programmi annuali dei progetti regionali di cooperazione internazionale. Sulla questione legata invece alla proposta del capogruppo Pd Alessandra Moretti, volta a intitolare a Valeria Solesin l'aula del consiglio regionale, ieri è intervenuto il gruppo di Forza Italia. «Ci siamo tutti commossi per la tragica vicenda che ha spezzato la giovane vita di Valeria Solesin, ma crediamo che questo non sia il luogo adatto per ricordare una vittima del terrorismo islamico», osservano il capogruppo Massimiliano Barison e l'assessore Elena Donazzan. «Proponiamo di intitolarle invece una residenza universitaria tra quelle a disposizione dell'Esu di Venezia, affinché la sua storia rimanga sempre viva e presente nella vita quotidiana delle nuove generazioni». (s.b.)

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