La redditività non tiene il passo dei ricavi

Il bilancio: il 78 per cento delle imprese ha aumentato il fatturato, ma solo il 43 per cento ha accresciuto il reddito netto
Di Carlo Marcon
20091129 - JAKARTA - EBF - PETROLIO: 2010 DIFFICILE, PROBABILE STABILITA' PREZZI - Un lavoratore in bicicletta in un deposito di una raffineria in una foto d'archivio, data non disponibile. La ripresa stenta a consolidarsi ed il 2010 sarà un anno molto più difficile del 2009 dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico. Per questo motivo, è molto più probabile che il prezzo del petrolio continui a mantenersi intorno ai 60-70 dollari al barile, piuttosto che prendere il volo verso i 100 dollari e oltre. ANSA/EPA/JURNASYANTO SUKARNO /archivio/gid
20091129 - JAKARTA - EBF - PETROLIO: 2010 DIFFICILE, PROBABILE STABILITA' PREZZI - Un lavoratore in bicicletta in un deposito di una raffineria in una foto d'archivio, data non disponibile. La ripresa stenta a consolidarsi ed il 2010 sarà un anno molto più difficile del 2009 dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico. Per questo motivo, è molto più probabile che il prezzo del petrolio continui a mantenersi intorno ai 60-70 dollari al barile, piuttosto che prendere il volo verso i 100 dollari e oltre. ANSA/EPA/JURNASYANTO SUKARNO /archivio/gid

di CARLO MARCON

Il settore dei prodotti chimici, petroliferi e materie plastiche si colloca al terzo posto per volume d’affari e comprende 23 aziende di cui 4 si piazzano nelle prime venti posizioni assolute nel campione delle 500 aziende con il maggior fatturato della provincia di Venezia, ossia San Marco Petroli, Miotto Generale Petroli, Vega Carburanti e Consorzio Acquisti Petroliferi (partecipato dalla Vega Carburanti).

A livello aggregato emergono dei segnali positivi, tenuto conto che i ricavi del settore si sono incrementati del 12,5% nel periodo 2013-12 e il margine operativo lordo è cresciuto del 9,5% nello stesso arco temporale. Tuttavia, il miglioramento interessa soprattutto i volumi di vendita più che la redditività: infatti il 78% delle imprese è stato in grado di aumentare il fatturato ma solo il 43% ha accresciuto il reddito netto. Comunque alcune di queste ultime sono riuscite a passare dall’area di perdita a quella di utile, così che le imprese in utile sono salite dal 60,9% del 2012 al 69,6% del 2013 (dato in ogni caso inferiore al 78% dell’intero campione top 500).

Se guardiamo i valori mediani, il Roa è salito dall’1,9% al 2,3% e il Roe dall’1,6% al 3,3%, ma tali valori rimangono inferiori a quelli dell’intero campione top 500 e palesano una redditività in miglioramento ma ancora insoddisfacente. Inoltre, la lieve crescita della redditività operativa dell’attivo patrimoniale (misurata dal Roa) è trainata dalla rotazione dell'attivo e non tanto dalla redditività delle vendite (Ros) che scende come valore mediano dallo 0,9% allo 0,3%. Insomma, il miglioramento dei principali indicatori economici dipende dall'aumento dei volumi di vendita e non dalla marginalità operativa percentuale che risulta in calo e si attesta su valori particolarmente contenuti (basti pensare che l'ebitda percentuale calcolato sui dati aggregati di settore è pari al 1,9%). Nonostante l’incidenza del margine operativo lordo sui ricavi sia alquanto contenuta, va sottolineato che all’interno del settore esistono delle marcate differenze tra le imprese che prevalentemente distribuiscono i derivati del petrolio e quelle che realizzano prodotti chimici e materie plastiche. Le prime presentano nel 2013 una mediana dell’ebitda percentuale pari allo 0,5% mentre le seconde hanno un ebitda percentuale mediano del 5,4%.

Sul versante dell'indebitamento la situazione rimane stabile e in linea con la totalità del campione top 500, in quanto metà delle imprese non supera un livello di indebitamento del 75% che appare un risultato fisiologico nel nostro tessuto produttivo. In aggiunta, l’incidenza degli oneri finanziari sia sui debiti sia sui ricavi rimane stabile e la quota di margine operativo lordo assorbita dagli oneri finanziari si contrae passando dal 11% al 7%. Nonostante il costo dell'indebitamento risulti mediamente contenuto, il differenziale di leva rimane su valori molto bassi (0,2%) a causa di una redditività operativa modesta come evidenziato in precedenza.

Per quanto riguarda il fattore dimensionale, le aziende più grandi (top 25%) che annoverano principalmente le aziende che commercializzano i prodotti petroliferi, ad eccezione della variazione percentuale dei ricavi, presentano degli indicatori peggiori rispetto a quelle più piccole (bottom 25%), a dimostrazione che le prime sebbene movimentino grandi volumi risultano poco redditizie.

A livello individuale, ben dieci aziende hanno registrato nel 2013 un incremento percentuale dei ricavi in doppia cifra, ma solo cinque sono riuscite anche a migliorare l'ebitda percentuale. Tra gli incrementi più consistenti si sottolineano quelli di Vega Carburanti (+104,9%) dovuto però ad una fusione per incorporazione avvenuta nel 2013 e di Retal Italia spa (+101%). Quest'ultima tuttavia, nonostante la forte crescita delle vendite ha subito un sensibile peggioramento del reddito netto e dei principali indicatori economici, a riprova che l’andamento dei ricavi è solo un tassello di un mosaico più composito che deve mirare soprattutto a creare nuova ricchezza attraverso un adeguato mix produttivo che bilanci l’esigenza di fare volumi con quella di realizzare dei margini soddisfacenti. Chi sembra essere riuscito a trovare questo equilibrio all’interno del settore sono due imprese i cui indicatori di performance spiccano nettamente sugli altri. Si tratta del Colorificio San Marco spa, azienda di Marcon leader nella produzione di pitture e vernici per l'edilizia professionale, e Silikomart srl, azienda di Pianiga che realizza stampi in silicone principalmente usati in cucina. Queste due imprese sono le uniche che presentano una marginalità operativa percentuale e un differenziale di leva in doppia cifra e in miglioramento rispetto all'anno precedente.

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